Ascolto il mare
con il suo sciabordio.
Lo sento pulsare
nelle tempie,
vedo le sue onde
rotondeggianti
su di me.
Mi avvolgono, togliendomi il respiro.
Ne assaporo il salato
sulla pelle nuda
che rabbrividisce all’istante.
Mi annebbia la mente ed i sensi
annullandomi completamente,
mi regala
una sensazione meravigliosa
di pace e beatitudine.
All’improvviso non ho più paura,
l’acqua non mi spaventa più,
adoro la sua immensità
il suo stupendo blu,
spavaldo ed incerto
allo stesso tempo.
Voglio dormire cullata
dalle sue onde,
nuotare fino a non avere
più fiato,
perdermi nella sua
maestosa bellezza.
Vedo un gabbiano volare
fiero e regale.
Con ali spiegate,
volteggia felice
e danza
come una libellula.
Finalmente dopo secoli
di forzata prigionia,
lo sento librare felice,
in un cielo
azzurro ed infinito.
Sprizza stelle, luci,
musiche, colori, sapori,
bacia il cielo e le nuvole,
fa l’amore con il creato.
Poi, prosegue il suo volo
per posarsi infine
su quelle onde
bramate da sempre
e raggiunte
solo ora.
Rivalta, 1996.