Il “martirio” della cultura

Creato il 24 agosto 2012 da Felice Monda

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Circa 300.000 volumi della biblioteca dell’Istituto italiano per gli studi filosofici stanno andando a finire in un capannone a Casoria, in provincia di Napoli. Essi valgono circa dieci milioni di euro: vi sono tra gli altri testi di Benedetto Croce e Giordano Bruno. La colpa è del governo che ha tagliato i finanziamenti per pagare l’affitto dei locali dove i libri prima erano situati e anche della regione Campania che non ha dato il via ad una vecchia delibera che avrebbe permesso l’istituzione di una biblioteca per accogliere i suddetti libri.

I giovani assistendo a tutto ciò sono rimasti sconcertati e avviliti: infatti gli è stato tolta la “materia prima” su cui studiare ossia i libri.

Il presidente dell’Istituto Gerardo Marotta lancia il suo appello: “Non si può disperdere un tale patrimonio, un patrimonio che altri sarebbero pronti a ricevere e a custodire con amore”.

Vi sono edizioni cinquecentesche, seicentesche e settecentesche, per fare qualche esempio, di Aristotele, Platone, Cicerone, Tommaso D’Aquino, Bacone, Montesquieu, Voltaire e Rousseau.

Un patrimonio che non può assolutamente restare in un capannone sotto l’attacco dell’umidità e del freddo invernale.

Questo è l’ennesimo esempio di come la cultura in Italia sia bistrattata e maltrattata all’inverosimile:

biblioteche, archivi di stato e istituti sono costretti a chiudere e interi patrimoni culturali, che in altre nazioni sarebbero anche fonte di profitto oltre ad essere custodite, finiscono in rovina tra l’incuria e il disinteresse generale.

La cultura in Italia come altri settori è in profonda decadenza: i fatti suddetti lo dimostrano, gli episodi passati di Pompei lo dimostrano.

Pensiamo inoltre ai tagli all’Università, alla ricerca e alle scuole, pensiamo alle condizioni precarie in cui tanti insegnanti sono costretti a vivere o anche ai tanti laureati in facoltà umanistiche che o svolgono lavori umilianti per il titolo che essi hanno conseguito o non lavorano proprio e sono definiti “bamboccioni” da esponenti del governo o da vari politici.

È in atto un vero e proprio “martirio” della cultura, un “supplizio” che va avanti già da molto tempo purtroppo.


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