The Slumber Party Massacre non è un film cult e non è un film scult. Troppo poco conosciuto e venerato per rientrare in un culto assoluto, sebbene abbia avuto ben tre sequel, e non completamente trash per essere davvero scult. Anche se, tra le due categorie, direi che potrebbe rientrare più nella seconda che nella prima. Come racconta la leggenda, o anche come racconta il collega blogger Frank Manila, la nascita del progetto di questo film è alquanto singolare e merita di essere rinarrata. Dunque, la sceneggiatrice Rita Mae Brown, da brava femminista, ha scritto il copione come se fosse una parodia dello slasher, sottogenere particolarmente estremo e maschilista dell’horror, genere di per sé già tradizionalmente parecchio maschilista. Un sottogenere che all’epoca stava andando alla grande grazie a film come Halloween (1978) di John Carpenter, Venerdì 13 (1980) di Sean S. Cunningham, Maniac (1980) di William Lustig e Il giorno di San Valentino (1981) di George Mihalka (quest’ultimo definito da Quentin Tarantino the meglio slasher of all times). La Mae Brown ha così disseminato la sua sceneggiatura con tutta una serie di riferimenti fallo-centrici volti proprio a parodiare il caz, ehm il fallo-centrismo degli horror. Ci troviamo dunque a una parodia del genere, a una sorta di Scream o di Scary Movie ante-litteram, oppure a una variante horror de L’aereo più pazzo del mondo, uscito nel 1980? Niente di tutto questo, perché i produttori, inconsapevoli oppure ignorando i riferimenti parodistici presenti nello script, hanno deciso di realizzare una pellicola seria. Un classico horror slasher che si prende maledettamente sul serio.
Un film strano, combattuto, diviso tra due tendenze opposte, che si ferma giusto a un passo dall’essere mitico. Pur con tutti i suoi limiti e difetti (la recitazione ad esempio è persino sotto la non altissima soglia di guardia di questo tipo di film), per gli amanti del genere teen-horror The Slumber Party Massacre è comunque un caposaldo da recuperare. Il pubblico principale a cui si rivolge però è un altro: gli appassionati di tette-horror. Se rientrate nella categoria, e se avete letto il post fino alla fine so che rientrate nella categoria, non perdetevelo! (voto 6,5/10)
L'orablu