Il matematico di Oxford, John Lennox, tra scienza e fede

Creato il 11 ottobre 2011 da Uccronline

Abbiamo già avuto modo di parlare in Ultimissima 23/8/11 del prestigioso matematico John Lennox, docente presso l’Università di Oxford. Avendo pubblicato da poco il suo ultimo libro, God and Stephen Hawking: Whose Design Is It Anyway? (Lion UK 2011), è frequentemente intervistato dalla stampa e in questi giorni ha rilasciato un’interessante intervista a Roland Ashby, spaziando a tutto campo sulle tematiche in comune tra scienza e fede.

FINE TUNING. Dopo aver parlato del continuo stupore per l’intelligibilità razionale dell’Universo, Lennox ha descritto quelle che lui vede come le “impronte di Dio“: «una di questi è l’ordine e il disegno che sono espressi dall’eleganza delle leggi che sono state scoperte. Il design può anche essere valutato in un “fine tuning” dell’universo, che è la “versione scientifica” della Genesi. Essa ci dice che c’è una sequenza che porta ad un obiettivo: gli esseri umani. Il “fine tuning”, afferma che le costanti fisiche fondamentali che regolano la struttura dell’universo devono essere “sintonizzate” in modo incredibilmente preciso per permettere che la vita possa esistere».

EVOLUZIONE E DNA. Affrontando il classico tema dell’evoluzione, il matematico di Oxford afferma: «E’ importante sottolineare che, qualunque cosa si pensi dell’evoluzione, non è possibile dedurre l’ateismo da essa. Dopo tutto, l’evoluzione è essenzialmente un meccanismo che fa qualcosa, e l’esistenza di un meccanismo che fa qualcosa non è di per sé un argomento contro l’esistenza di un Designer che ha progettato il meccanismo per fare quel qualcosa». Non fa critiche all’evoluzione nel senso darwiniano, il suo scetticismo risiede «nella presunta capacità creativa dell’evoluzione, che credo la scienza non abbia dimostrato. Quello che mi interessa come matematico è l’origine della vita stessa, e l’evoluzione non ha nulla da dire su questo, come anche Richard Dawkins ha dovuto recentemente riconoscere. L’evoluzione darwiniana, in quanto dipende dall’esistenza di un replicatore mutante, chiaramente non può spiegare l’esistenza di un replicatore». Il DNA, dice Lennox, «è il più sofisticato linguaggio che abbiamo mai incontrato. E’ un testo, un testo creato da un’intelligenza, e che, a mio avviso, è una forte conferma della dichiarazione biblica “In principio era il Verbo”. Il DNA punta in alto verso un Progettista, non verso il basso su irragionevoli processi senza guida. Come scienziato, preferisco di gran lunga preferito una spiegazione che ha un senso, ed è coerente». Lennox ha citato il fisico e premio Nobel Robert Laughlin, il quale ha spiegato di essere stanco dell’uso dell’evoluzione come “tappabuco”. Dice infatti Laughlin: «Un pasticcio di proteine diventa un pollo. Come? Lo ha fatto l’evoluzione. Questo è un non-argomento». Anche il professor William Provine, tra i principali biologi evoluzionisti americani, afferma che la selezione naturale, per quanto egli può ora vedere, fa molto poco. Tuttavia, assicura Lennox, «la mia fede in Dio non dipende certo dalla soluzione di un problema biologico, ma è la mia scienza a rendermi scettico verso la macro-evoluzione».

LA FEDE SI APPOGGIA SU DELLE PROVE. Dopo una riflessione sul Big Bang e sui suoi inevitabili richiami biblici sull’inizio dell’universo, il docente di Oxford ha parlato ottimamente della compatibilità tra scienza e fede: «Quando mi chiedono di tenere una conferenza su “scienza e fede”, la mia risposta è quella di sottolineare come questo titolo dia la falsa impressione che la fede sia un concetto religioso che non ha nulla a che fare con la scienza. Molte persone hanno acquisito un’errata visione della fede, per cui essa è credere quando non ci sono prove. In realtà, la fede cristiana si basa su prove. La fede è inseparabile dalla ricerca scientifica».

MIRACOLI NON VIOLANO LEGGI DELLA NATURA. Lennox risponde perfino ad una domanda sulla Risurrezione, criticando la visione di David Hume secondo cui essa violerebbe tutte le leggi della natura. Lennox afferma: «La risurrezione non viola le leggi della natura. Dio può avviare un nuovo evento in un sistema. Che cos’è una legge scientifica? Non è una legge nel senso della giurisprudenza, si tratta di una legge nel senso matematico, e questo significa che è la nostra descrizione di quel che accade normalmente, ma non è la causa di quel che accade, e questo è il punto cruciale». Un grande studioso di Hume è stato il filosofo della scienza Antony Flew, l’ateo più famoso del mondo, padrino di Richard Dawkins e convertitosi al deismo nel 2004 per motivazioni esclusivamente scientifiche. Egli arrivò a contestare duramente la nozione di miracolo come violazione della legge della natura.

Il matematico di Oxford ha infine ricordato la profonda stima verso CS Lewis, tra i più grandi pensatori inglesi. Ne ha citato anche una frase: «Gli uomini sono diventati scienziati perché si aspettavano delle leggi in natura, e loro si aspettavano delle leggi in natura perché credevano in un Creatore delle leggi».


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