Vorrei nei mesi che ci separano dal prossimo numero farvi conoscere di più gli articoli di chi collabora con noi, a cominciare dal caporedattore Gerardo Perrotta, il quale, senza ombra di dubbio, è uno dei fulcri della redazione.
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di Gerardo Perrotta
Altrove la malattia, qui forme di esorcizzazione; altrove la còrea di Sydenham, qui il Ballo di San Vito; altrove il pensiero lineare e progressivo, qui il pensiero meridiano. Altrove l’Oceano di aperture infinite che generano conquiste senza misura, qui una chiusura tra terre che anima il senso della partenza e la malinconia del ritorno; la confusione mediterranea è un ordine con guizzi di follia ben armonizzati. Il lento susseguirsi delle onde induce i sociologi a riflessioni speranzose che annegano Scilla e Cariddi, come la rimozione con le ombre dell’io. Qui la razionalità incontra la superstizione dando vita a forme che non trovano riscontro in riflessioni sulla misura o sulla lentezza. Lo sfogo tersicoreo della tarantolata ha una cadenza prestabilita, come il percorso a tappe delle processioni dell’entroterra o i residui dei riti propiziatori della raccolta dell’uva sulle colline.
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