Insomma, adesso si tratta di formare l’esecutivo e poi di chiedere il voto di fiducia alle Camere per l’attuazione dei fatidici "otto punti" del "non programma" del Bersani-premier, di rimando al "non statuto" del Movimento5Stelle!
Il leader del Pd, riposto lo smacchiatore per quel "giaguaro" che da una vita il Pd rincorre senza mai riuscire ad agguantare, adesso potrebbe liberamente, ma altrettanto temerariamente, “inciuciare” proprio col “giaguaro” accettando un scambio alla pari: “Quirinale - Palazzo Chigi”.
In questo caso il pericolo sarebbe quello, da una parte, di ricompattare il fronte del Movimento5Stelle e, dall'altra, di perdere consensi e credibilità nell'elettorato di Sinistra, spalancando le porte della segreteria Pd al sindaco di Firenze.
Oppure? Oppure Bersani, come ha già fatto per l’elezione dei presidenti di Montecitorio e Palazzo Madama, potrebbe offrire in pasto al parlamento ancora "il meno peggio" per la formazione del "suo" governo e così raccogliere qualche altro voto di fiducia dagli “obiettori di coscienza” dei 5stelle, spaccando una volta per tutte il fronte non più granitico del Movimento di Beppe Grillo.
Quest'ultima soluzione sarebbe, però, altrettanto perniciosa. Come un "navigare a vista" nel mare tumultuoso di una legislatura che si preannuncia per niente facile e che dovrebbe "tirare a campare" a colpi di fiducia fino a nuove, anticipate, elezioni. Sempre in bilico, sull'orlo di un naufragio annunciato, imbarcando acqua da tutte le parti, per poi ricacciarla in mare e riprendere la navigazione con qualche "inchino", ora a Destra, ora al Centro, teso a raccogliere consensi vitali per una una legislatura comunque destinata a durare poco, ancor prima del suo nascere! Ma attenzione a non accostarsi troppo a certe sponde! Concordia docet!