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Il Mental Coach e la "freccia perfetta"

Creato il 27 giugno 2011 da Ekis Sport Coaching @Ekis_srl

Il Mental Coach e la freccia perfettaSe avessi l’opportunità di parlare con Messi, ti piacerebbe sapere cosa pensa nell’istante prima di un tiro decisivo? Oppure, se giochi a tennis, ti interesserebbe sapere su cosa si concentra Nadal durante uno scambio? Cosa pensano i campioni nei momenti determinanti?

Beh, mentre scrivo questo articolo mi trovo al corso Licensed Sports Performance Coach, seminario intensivo di 9 giorni in cui formiamo mental coach nello sport.

E, tornando alle mie domande iniziali, proprio oggi abbiamo ospitato alcuni campioni sportivi di livello internazionale che si sono lasciati intervistare dai nostri futuri sport coach. Obiettivo: andare alla ricerca delle loro strategie del successo. Risultato: spettacolo!!!

Cosa fanno mentalmente questi campioni per ottenere risultati straordinari nelle più disparate situazioni? Era questa la domanda base che guidava i mental coach mentre parlavano con gli atleti.

Dopo 3 ore intere di interviste con i diversi atleti provenienti da diverse discipline (singole e di squadra) una cosa era chiara agli occhi di tutti: un campione utilizza la mente in modo diverso rispetto agli atleti comuni… e i campioni, tra loro, hanno delle comunanze!

Ad esempio intervistando il triatleta si sono resi conto che ha sviluppato dei “trucchi” o strategie mentali per superare la fatica e il dolore, e la stessa cosa fa il pugile. Parlando con il campione di basket hanno notato che sa esattamente quando e come spronare i compagni di squadra, e lo stesso fa il pallavolista.

Piccolo problema: i migliori atleti mettono in atto tutto ciò per lo più inconsciamente… e quindi spesso non sanno come ricrearlo a comando! La domanda quindi diventa: si può ricreare a comando una strategia inconscia?

Ti racconto un aneddoto che mi ha illuminato. Qualche giorno fa stavo facendo una sessione di mental coaching con l’ex campionessa del mondo di tiro con l’arco. Mentre io e Pacci (al secolo coach Pasquale Acampora) stavamo lavorando sulla sua routine di tiro, lei fa partire una freccia ed esclama “ecco, questa è la freccia perfetta!”.

Quasi in coro chiediamo “la freccia perfetta?” E lei dice “Sì, è quella freccia che capita circa una volta ogni 300 frecce, con il rilascio perfetto, la traiettoria perfetta… insomma è tutto perfetto!”

Io e Pacci ci guardiamo e, con il sorriso sotto i baffi, iniziamo a farle tutte le “nostre” domande per capire come facesse a tirare quella “freccia perfetta” :-)

Nota bene: la sua convinzione iniziale era che quella freccia venisse fuori ogni tanto spontaneamente dal nulla, come se fosse la combinazione di fattori casuali… invece noi sappiamo che è un processo ben specifico che lei mette in atto, una combinazione di fattori tecnici, emozionali e mentali (e infatti proprio lei ci ha confermato che si rende conto di tirare la freccia perfetta un attimo prima di rilasciarla).

La “maestria” non capita: si crea attraverso allenamenti, ripetizioni, fa parte della tua neurologia! Ma la maestria, come la intendo io, non è neppure genetica!

Qualche giorno fa un amico mi ha mandato questo video intitolato “la nipote di Nadia Comaneci”. Guardalo.

Tra le righe della mail ho letto “beh, con una nonna così non poteva che uscire un fenomeno del genere”… Ancora una volta NO!!! Non cadere in questo tranello.L’ho già specificato in un articolo in cui parlo del talento: il talento da solo non basta, ci vuole “olio di gomito!”

E infatti questa atleta non è la nipote della Comaneci: si chiama Boyanka Angelova e credo fermamente che ciò che le hai visto fare sia frutto di ore e ore passate in palestra ad allenarsi… e sono altrettanto sicuro che, durante questa esibizione, lei non stia pensando. Semplicemente sta lasciando che il suo talento/preparazione si esprima…

Infatti è proprio questo il punto: molti campioni che vivono un momento di difficoltà, si trovano in quella situazione perché semplicemente si auto-mettono i bastoni tra le ruote e non lasciano che il loro cervello faccia inconsciamente quello che faceva prima.

A volte il nostro contributo da mental coach sta proprio nel recuperare il meccanismo che ti permette di “tirare la freccia perfetta” e metterlo a disposizione dell’atleta.

Ah, nei successivi 12 tiri, la freccia perfetta è “capitata” altre 3 volte… il caso! :-)

Alessandro Mora
Di Alessandro Mora


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