Trama de Il mercante di libri maledetti.
È il mercoledì delle ceneri dell’anno 1205 quando padre Vivïen de Narbonne è costretto a fuggire, braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede qualcosa di molto prezioso, che non è disposto a cedere ai suoi inseguitori.
Sono passati tredici anni da quel terribile giorno, quando Ignazio da Toledo, un mercante di reliquie, riceve da un nobile veneziano l’incarico di mettersi sulle tracce di un libro rarissimo, l’Uter Ventorum. Si dice che contenga antichi
Un libro misterioso. Un monaco assassinato. Un viaggio fantastico nella storia. Un enigma senza tempo tra salvezza e dannazione.
Pareri “autorevoli”
«Cupo intrigo dove svolazzano le tonache, brillano le spade dei templari, si muore per amor di Dio o del Diavolo, tutto per appropriarsi del prezioso manoscritto Uter ventorum.»
La Repubblica
«Un ritorno al Medioevo fantastico e misterioso.»
Il Sole 24 ore
«Un rigoroso intrigo medievale.»
Corriere della Sera
«Esordio enigmatico e avvincente.»
Panorama.it
«Il suo Mercante di libri maledetti è talmente perfetto nell’utilizzare elementi propri del thriller medievale, giocando fra un’azione concitata e una credibile ricostruzione storica, da apparire proprio come un successo annunciato.»
Il Riformista
«Uno dei thriller più attesi della prossima stagione.»
Wuz.it*
«Il bestseller venuto dal passaparola».
Mario Baudino, La Stampa
È noto che le principali testate non brillino per obiettività. Di questi tempi è molto più facile leggere uno di questi giornali tessere l’elogio di un’opera solo perché sta già vendendo bene. È praticamente impossibile leggere una recensione equilibrata che analizzi pregi e difetti del libro in questione. Pare infatti che secondo recenti studi un libro che vende bene non possa essere soggetto a critiche di alcun tipo. Il business si è bello che mangiato la stampa libera: That’s the press, baby!
Cosa se ne dice sul Web
«Questo libro non mi è piaciuto per niente, tutto già letto e scontato. Un vero è proprio “minestrone” con all’interno elementi di tanti autori famosi recenti. Vi sono spunti di Dan Brown, di Julia Navarro e di Zafon. Certo, sarà anche piacevole da leggere e molto leggero, ma a fine lettura non ti rimane niente e passa subito nel dimenticatoio»
di S. Capurso(tratto da http://www.libreriauniversitaria.it)
Diciamo non male ma non certo eccezionale. Si fa leggere per l’ottima ambientazione storica ma è piatto e poco coinvolgente. Si salva per un buon finale. Sicuramente però lo scrittore (finalmente italiano) saprà regalarci in futuro intrecci più emozionanti. La stoffa c’è.
Voto: 3 / 5 dani6(tratto da ibs.it)
Con tutta la pubblicità che è stata fatta a questo splendido romanzo non ho potuto fare a meno di correre in libreria appena è uscito. Un romanzo che ti prende fin dalla prima pagina e ti coinvolge e appassiona fino alla fine al punto tale da sentirsi proiettare nel medioevo e viaggiare insieme al protagonista e ai suoi compagni. Infatti leggendo si riescono a immaginare i personaggi, i duelli, i posti descritti in maniera magistrale dall’autore.
Voto: 5 / 5 Carlotta (tratto da ibs.it)
Notare che dall’opinione di Carlotta è possibile evincere un importante postulato: molta pubblicità=splendido romanzo=desiderio di comprare. Tutto questo è molto interessante e sostituisce il precedente assioma: buon libro=recensioni e critiche positive=desiderio di comprare.
Impressioni personali dalla lettura delle prime 30 pagine.
Apprezzabile la pubblicazione gratuita dei primi 6 capitoli, indice di trasparenza. Ho letto le quasi trenta pagine dell’anteprima e non ho trovato nulla di particolarmente rimarchevole come neanche nulla di assolutamente disgustoso. Giusto qualche citazione (o scopiazzatura che dir si voglia) dal Nome della Rosa, qualche pov salterino, qualche spiegone con tanto di personaggi che parlano da soli e si auto illustrano i piani. Niente di strano, dicevo, tipica letteratura di genere italiana. La sorpresa, semmai, sarebbe stata trovare un romanzo originale e bene scritto. Aggiungiamo a questo che si tratta di una trilogia, il marketing che pompa benzina sul fuoco dell’impostura( sentire frasi come “Simoni, re del thriller medievale” Farebbe accapponare la pelle pure ai morti) ed otteniamo un giudizio piuttosto netto.
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