Marcello Simoni autore del thriller medievale “Il mercante di libri maledetti” non è paragonabile per sapienza, cultura e semantica ad Umberto Eco; ma il suo lavoro da bibliotecario e la sua passione di archeologo e appassionato del Medioevo fanno sì che presenti un libro ben congeniato tra azione e rigore storico delle ambientazioni. Certo “Il mercante…” non è assolutamente paragonabile a “Il nome della rosa” anche se molti hanno tentato di apparentarli: fra i due libri l’unica cosa in comune è l’ambiente storico in cui l’azione si svolge, per il resto a differenza de “Il nome della rosa” il libro di Simoni è più semplicistico nell’esposizione dei fatti e non affonda né nella ricerca filologica che pur deve essere presente in un romanzo del genere, tantomeno nella disciplina degli eventi. Certo, se vogliamo, il successo del libro di Simoni sta proprio in questo: in una storia raccontata con semplicità, da leggere, senza impegnarsi più del dovuto che intriga per i suoi scenari e per l’azione da puro thriller; volendo si può catalogare il libro come “lettura da spiaggia” e a conferma di ciò c’è la promessa di un seguito. Si parla di questo “Il mercante…” come il primo capitolo di una trilogia già scritta e in questo caso la casa editrice Newton&Compton meritoria di una azione pregevole in questi ultimi anni sul mercato letterario, ha visto lungo mettendo sotto contratto il giovane Simoni. Va ricordato infatti che questo libro non è in assoluto l’esordio letterario dello scrittore, già nel 2007 il testo era apparso nelle librerie per i tipi de “Il Filo” con il titolo “L’enigma dei quattro angeli” e seppur epurato in diverse parti “Il mercante…” si può considerare medesimo testo. “Il mercante di libri maledetti” è un thriller medievale ambientato tra l’Italia, la Francia e la Spagna che ha come protagonista principale Ignazio da Toledo, paragonabile per intuito e ragionamento logico a padre Guglielmo da Baskerville ma con cultura e formazione differente. Ignazio da Toledo è un mercante di reliquie di origine mozarabica dal passato oscuro. Cresciuto alla corte di Gherardo da Cremona fondatore della Scuola di traduttori di Toledo; né è stato anche discepolo imparando l’arte di traduttore e divulgatore in tutto l’occidente dei testi della cultura greca-araba. Questa sua attività e la sua stessa formazione culturale hanno procurato a Ignazio la fama di negromante e con questo appellativo in compagnia di due “compari” il “duro” Willalme de Béziers impartito di una ferrea disciplina militare e il “provetto” Uberto destinato ad una vita fra i monaci del monastero di Santa Maria del Mare, spinto dalle allettanti offerte di un facoltoso patrizio veneziano si mette alla ricerca di un antico libro: l’”Uter Ventorum” . Sulle orme dello stesso libro però c’è l’accolita di un pseudo tribunale segreto decisa ad entrare in possesso del testo con ogni mezzo. La vicenda inizia nel 1205 con l’annuncio di una bufera ormai prossima che a grandi linee ricorda l’arrivo di padre Guglielmo all’abbazia (molto probabilmente la stessa Abbazia benedettina della Chiusa nelle Alpi Cozie) la stessa che nel romanzo di Simoni ha uno snodo molto importante per l’intera storia. Padre Vivïen de Narbonne viene braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede un libro molto prezioso, che non vuole cedere agli inseguitori. Tentando di fuggire, precipita in un burrone. Il libro è l’Uter Ventorum (‘Otre dei venti’) copiato con calligrafia impeccabile dagli antichi manoscritti persiani, conservato integro in ogni pagina, in ogni formula e simbolo arcano. Il prezioso volumen, svela come si evocano le antiche divinità alate capaci di insegnare agli uomini i misteri dell’alchimia e delle scienze ermetiche, di far loro raggiungere “la piena conoscenza del creato, di tutto ciò che esiste sotto il mare e in cima alle montagne”, ed esercitare il potere che ne consegue. Tredici anni dopo di ritorno da un esilio in Terrasanta è proprio Ignazio da Toledo che deve mettersi sulle tracce del libro scomparso. Ignazio si metterà alla ricerca del libro, che secondo le indicazioni è tenuto in custodia nella Chiusa di San Michele presso Torino. Ma alla Chiusa di San Michele, anziché trovare il libro, Ignazio si imbatte in un mistero: l’Uter Ventorum è stato smembrato in quattro parti nascoste in Linguadoca e in Castiglia. La curiosità di scoprire il contenuto di quelle pagine lo sprona a proseguire nella ricerca, nonostante il pericolo. Riuscirà svelare tutti gli enigmi che il libro contiene e a evocare gli angeli e la loro sapienza? Marcello Simoni in questo romanzo, mostra sicurezza nel tenere le fila delle complesse vicende, ampiezza di documentazione e rigore storico (nitide le pagine sugli itinerari dei pellegrini in Italia, sui resoconti di viaggi in terre lontane) e in definitiva ci offre una storia che tiene compagnia al lettore senza sorta di interruzione. Un buon libro che non ha grandi pretese ma con la promessa di aggiungere qualcosa in più a chi si interessa di Medioevo.
Marcello Simoni autore del thriller medievale “Il mercante di libri maledetti” non è paragonabile per sapienza, cultura e semantica ad Umberto Eco; ma il suo lavoro da bibliotecario e la sua passione di archeologo e appassionato del Medioevo fanno sì che presenti un libro ben congeniato tra azione e rigore storico delle ambientazioni. Certo “Il mercante…” non è assolutamente paragonabile a “Il nome della rosa” anche se molti hanno tentato di apparentarli: fra i due libri l’unica cosa in comune è l’ambiente storico in cui l’azione si svolge, per il resto a differenza de “Il nome della rosa” il libro di Simoni è più semplicistico nell’esposizione dei fatti e non affonda né nella ricerca filologica che pur deve essere presente in un romanzo del genere, tantomeno nella disciplina degli eventi. Certo, se vogliamo, il successo del libro di Simoni sta proprio in questo: in una storia raccontata con semplicità, da leggere, senza impegnarsi più del dovuto che intriga per i suoi scenari e per l’azione da puro thriller; volendo si può catalogare il libro come “lettura da spiaggia” e a conferma di ciò c’è la promessa di un seguito. Si parla di questo “Il mercante…” come il primo capitolo di una trilogia già scritta e in questo caso la casa editrice Newton&Compton meritoria di una azione pregevole in questi ultimi anni sul mercato letterario, ha visto lungo mettendo sotto contratto il giovane Simoni. Va ricordato infatti che questo libro non è in assoluto l’esordio letterario dello scrittore, già nel 2007 il testo era apparso nelle librerie per i tipi de “Il Filo” con il titolo “L’enigma dei quattro angeli” e seppur epurato in diverse parti “Il mercante…” si può considerare medesimo testo. “Il mercante di libri maledetti” è un thriller medievale ambientato tra l’Italia, la Francia e la Spagna che ha come protagonista principale Ignazio da Toledo, paragonabile per intuito e ragionamento logico a padre Guglielmo da Baskerville ma con cultura e formazione differente. Ignazio da Toledo è un mercante di reliquie di origine mozarabica dal passato oscuro. Cresciuto alla corte di Gherardo da Cremona fondatore della Scuola di traduttori di Toledo; né è stato anche discepolo imparando l’arte di traduttore e divulgatore in tutto l’occidente dei testi della cultura greca-araba. Questa sua attività e la sua stessa formazione culturale hanno procurato a Ignazio la fama di negromante e con questo appellativo in compagnia di due “compari” il “duro” Willalme de Béziers impartito di una ferrea disciplina militare e il “provetto” Uberto destinato ad una vita fra i monaci del monastero di Santa Maria del Mare, spinto dalle allettanti offerte di un facoltoso patrizio veneziano si mette alla ricerca di un antico libro: l’”Uter Ventorum” . Sulle orme dello stesso libro però c’è l’accolita di un pseudo tribunale segreto decisa ad entrare in possesso del testo con ogni mezzo. La vicenda inizia nel 1205 con l’annuncio di una bufera ormai prossima che a grandi linee ricorda l’arrivo di padre Guglielmo all’abbazia (molto probabilmente la stessa Abbazia benedettina della Chiusa nelle Alpi Cozie) la stessa che nel romanzo di Simoni ha uno snodo molto importante per l’intera storia. Padre Vivïen de Narbonne viene braccato da un manipolo di cavalieri che indossano strane maschere. Il monaco possiede un libro molto prezioso, che non vuole cedere agli inseguitori. Tentando di fuggire, precipita in un burrone. Il libro è l’Uter Ventorum (‘Otre dei venti’) copiato con calligrafia impeccabile dagli antichi manoscritti persiani, conservato integro in ogni pagina, in ogni formula e simbolo arcano. Il prezioso volumen, svela come si evocano le antiche divinità alate capaci di insegnare agli uomini i misteri dell’alchimia e delle scienze ermetiche, di far loro raggiungere “la piena conoscenza del creato, di tutto ciò che esiste sotto il mare e in cima alle montagne”, ed esercitare il potere che ne consegue. Tredici anni dopo di ritorno da un esilio in Terrasanta è proprio Ignazio da Toledo che deve mettersi sulle tracce del libro scomparso. Ignazio si metterà alla ricerca del libro, che secondo le indicazioni è tenuto in custodia nella Chiusa di San Michele presso Torino. Ma alla Chiusa di San Michele, anziché trovare il libro, Ignazio si imbatte in un mistero: l’Uter Ventorum è stato smembrato in quattro parti nascoste in Linguadoca e in Castiglia. La curiosità di scoprire il contenuto di quelle pagine lo sprona a proseguire nella ricerca, nonostante il pericolo. Riuscirà svelare tutti gli enigmi che il libro contiene e a evocare gli angeli e la loro sapienza? Marcello Simoni in questo romanzo, mostra sicurezza nel tenere le fila delle complesse vicende, ampiezza di documentazione e rigore storico (nitide le pagine sugli itinerari dei pellegrini in Italia, sui resoconti di viaggi in terre lontane) e in definitiva ci offre una storia che tiene compagnia al lettore senza sorta di interruzione. Un buon libro che non ha grandi pretese ma con la promessa di aggiungere qualcosa in più a chi si interessa di Medioevo.
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