Il mercato del grafene nel 2016

Da Metallirari @metallirari

Il grafene è considerato come il materiale delle meraviglie del 21° secolo.

È incredibilmente forte, leggero e sottile, oltre ad essere un buon conduttore di calore ed elettricità. Come i diamanti e la grafite è un allotropo cristallino del carbonio.

Sembra quasi che non passi giorno, in cui i ricercatori di tutto il mondo non scoprano nuovi impieghi del grafene. Sarebbe impossibile elencare tutte le nuove applicazioni sviluppate nel corso del 2015, ma alcune di queste riguardano l’impiego del grafene come superconduttore, come disintossicante dalle scorie nucleari e come strumento per la diagnostica medica.

L’unico difetto di questo rivoluzionario materiale è il suo prezzo che, pur essendo diminuito nel corso degli ultimi anni, è rimasto elevato. Sembra che nel 2010 il suo costo fosse di decine di migliaia di dollari per un pezzo delle dimensioni di un francobollo.

Le enormi potenzialità del grafene sono causa di frustrazione dal momento che è assai difficile investire in aziende del settore

Purtroppo per gli investitori, le enormi potenzialità del grafene sono causa di grande frustrazione dal momento che è assai difficile investire in aziende del settore. Infatti, chi si sta occupando di questo materiale sono soprattutto università e centri di ricerca, ma non aziende private.

Tuttavia, esistono alcune eccezioni o alcune aziende che hanno espresso il loro interesse strategico verso questo materiale (“Investire nel grafene: quali sono le aziende più promettenti?“).

Naturalmente, per il 2016 le aspettative in ulteriori sviluppi e scoperte sono assai elevate. Potrebbe essere l’anno buono per il grafene per passare da una produzione pilota ad una più matura e, soprattutto, meno costosa. Anche perché in tal modo il grafene potrebbe sostituire altri materiali di largo consumo come le vernici e le tecnologie touch screen.

Secondo gli esperti, il mercato dovrebbe raggiungere i 278 milioni di dollari entro il 2020, con un tasso di crescita di quasi il 43% tra il 2015 e il 2020, ma con punte ancora maggiori in settori specifici come quello dell’elettronica.

Tutto fa pensare che il grafene diventerà parte integrante e onnipresente nella nostra vita ma questo momento potrebbe essere meno imminente di quanto molti sperano.

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