Il messia del Pd resuscita Lazzarone

Creato il 16 gennaio 2014 da Albertocapece

Era già pronto per il museo delle cere nel quale avrebbe potuto entrare senza ulteriori trattamenti vista l’abbondanza di silicone, politicamente allo sbando, condannato, fuori dal Senato, incandidabile dentro i confini e impresentabile fuori. Ma ancora una volta una mano soccorrevole si è levata dalla presunta opposizione a salvarlo e a rimetterlo in gioco, quella di Renzi che sfida le ultime residue pruderie del Pd pur di arrivare a un accordo sul sistema elettorale proprio con l’uomo che fece il Porcellum.

Forse perché l’intenzione vera è di trovare un modo per riproporre nella sostanza le idee guida di Calderoli: fare del voto uno strumento di oligarchia e di “contenimento” dell’elettorato attraverso un meccanismo blindato di alternanza solo formale e a liste bloccate senza le quali questo sistema politico corrotto e auto referente esploderebbe. L’idea di ricevere il Cavaliere nella sede stessa  del Pd, al Nazareno che ben si addice alle resurrezioni, non è dunque una provocazione, ma una sorta di manifesto politico: da una parte dice che Renzi si fida molto di più del Condannato che non di Letta e di Alfano, dall’altra rende noto a tutti che vuole una legge elettorale che non sia disegnata per dare spazio anche alle formazioni minori, ma orientata a un bipolarismo assoluto nel quale ogni gioco è possibile e che alla fine esime dall’obbligo di avere delle idee politiche, potendo sopravvivere  in quella bolla mediatica – che gli appartiene come è appartenuta al Cavaliere – del giorno per giorno.

Del resto la preoccupazione ufficiale, ossia che un sistema elettorale più proporzionale possa portare all’instabilità e all’ingovernabilità suona patetica e ridicola, vista l’ingovernabilità di fatto a cui ha portato il bipolarismo porcello. Un catatonia e confusione governativa, che diventa imbarazzante non appena ci si discosti dagli “ordini di servizio” che vengono da fuori.

Così il tycoon come interlocutore privilegiato e finalmente invitato con tutti gli onori nel covo dell’ex avversario esprime anche visivamente la voglia di mantenere in vita e in potere uno sparring partner bellicoso nelle apparenze e comprensivo sottobanco che in qualche modo tenga assieme lo stesso Pd. Il piano politico di Renzi man mano che va avanti contradddice il rinnovamento e si rivela come mantenimento dello statu quo ante sotto forma di dinamismo retorico. E cosa ci sarebbe di male? In fondo du Beluscon sono meglio che one.