Il mestiere di Michelaccio

Creato il 21 luglio 2012 da Trinat
I modi di dire riportati in questo post, non sono miei, ma tratti dalla rivista "L'Araldo di S.Antonio" del Maggio 2012, che, a parer mio, si adattano in maniera perfetta a certi comportamenti della nostra realtà sociale. "Nei tempi passati, c'era tra gli artigiani ambulanti il pentolaio, il quale con il suo asino carico di pentole, si fermava a tutti gli usci per sentire se le massaie avevano bisogno della sua merce o se avessero vasi da racconciare. Sapete, all'epoca non c'era il consumismo sbrigativo che sostituisce nuovo di zecca ogni oggetto di cucina in avaria. Nelle campagne italiane, ancora oggi, si suol ripetere come proverbio la frase: fa come l'asino del pentolaio, alludendo a chi camminando per strada, si ferma continuamente, magari a ciangottare e tagliare i panni addosso agli altri ( di questi tipi nel nostro paese ce ne stanno tanti!).Asino a parte, è bene anche guardarsi dal fare il mestiere di Michelaccio ( detto anche Michelasso). Si dice così per indicare un uomo pigro,ozioso, perché il mestiere di Michelaccio era mangiare, bere e andare a spasso ( anche di questi abbondiamo, ma in questo caso non per colpa loro, ma per mancanza di occasioni di lavoro, dovuta alla persistente crisi economica che attanaglia l'Europa intera! )". Questi due modi di dire giunti fino a noi sotto forma di proverbi si prestano a delle riflessioni di carattere etico-sociale che riguardano i nostri comportamenti interpersonali che molto spesso ci spingono a criticare o stigmatizzare maliziosamente gli errori degli altri e a non guardare invece a correggere i propri ed evitare pettegolezzi che creano inimicizie e dissapori  all' interno di una comunità di persone perbene. Il mestiere di Michelaccio, purtroppo, in questo periodo è il mestiere dominante ( il 36% dei giovani di età compresa tra i 18 e 35 anni, è disoccupato) e se riescono a mangiare, bere e andare a spasso, lo devono alla famiglia che tra enormi sacrifici provvedono al loro sostentamento, nella speranza che prima o poi riescano a trovare una loro sistemazione autonoma che consenta loro di affrontare la vita con maggiore serenità. Vorrei concludere questo post citando una frase  di Edoardo De Filippo, che ritengo si adatta perfettamente al mestiere di Michelaccio: "Ha da passà  'a  nuttata" che vuole essere un augurio per i tanti nostri giovani in cerca di un lavoro onesto e remunerativo che apra una finestra di speranza per un loro futuro migliore.