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Il “metodo Boffo” ovvero: come vivere felici facendo carte false

Creato il 03 agosto 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Il “metodo Boffo” ovvero: come vivere felici facendo carte false.Madonna che silenzio c’è stasera! Parlano solo le armate mediatiche del Capo intente a costruire dossier e ricercare falsi scoop. I giornalisti che lavorano per Libero e per Il Giornale sono stati cortesemente invitati a trovare, costi quel che costi, ogni notizia che letta da destra verso sinistra racconta una storia e, da sinistra verso destra l’esatto contrario. I due direttori, gli stessi che si scambiano periodicamente la poltrona delle due testate quasi avessero lo stesso editore, hanno deciso, di comune accordo, di proseguire imperterriti la loro campagna di mutilazione mediatica sistematica dei nemici di Silvio. D’altronde, memori dei risultati raggiunti con il mite Dino Boffo, si sono resi conto che il metodo della calunnia è l’unico che paga e si stanno comportando di conseguenza accecati come sono, dal compiacere ruffianamente il loro signore, padrone e unico vero dio. L’aspetto che maggiormente turba dei due satanassi è che lo fanno in nome della libertà di stampa, che poi riportino notizie vere o costruite ad arte non fa alcuna importanza: è la stampa, bellezza. Il “metodo Boffo” è entrato ormai prepotentemente nel linguaggio politico quotidiano. Il parlamentare scioglilingua Giorgio Stracquadanio, ad esempio, parlando di Fini ha ammesso senza nessuna vergogna che ci “avrebbe pensato Feltri a sistemarlo”, ricordando senza neppure un’alzata di sopracciglio, l’affaire dell’ex direttore di Avvenire. A “scioglilingua” ha tentato di rispondere Marco Tarquinio, che di Boffo ha preso il posto e che, memore di quanto accaduto al suo predecessore, si è limitato a dire che quella di Stracquadanio è “una incredibile sortita fatta da uno che non sa cosa dice, o lo sa fin troppo bene”, e qui si è fermato terrorizzato di essere fotografato da un paparazzo di Chi dalle parti dell’Acqua Acetosa. Con Fini, Vittorio Feltri aveva iniziato già qualche mese fa. In prima pagina gli aveva fatto sapere che era pronto a pubblicare un dossier a luci rosse sugli ex di An se non avesse ammorbidito le sue posizioni nei confronti del Capo. Quel dossier non è mai uscito e, a distanza di tempo, ci stiamo chiedendo a chi si stesse rivolgendo Feltri, se a Fini o ai suoi “colonnelli”, la non pubblicazione ci porta a considerare veritiera la seconda ipotesi, fosse stata la prima a quest’ora avremmo visto il presidente della Camera impegnato in un’orgia a base di fellatio. Dopo aver puntato decisamente sull'affare delle fiction della suocera di Fini per la Rai, l’occhio di Feltri è andato a sbirciare dalle parti di Montecarlo dove c’è una casa, donata ai suoi tempi ad An da una vecchia sostenitrice, che dopo qualche peripezia è finita nelle disponibilità del cognato di Fini. A questi presunti gravissimi reati tirati fuori dal cilindro magico di Feltri, e ai quali risponderà Giulia Bongiorno in tribunale, Belpietro ha risposto con la storia di un assegno di 1000 euro intestato al presidente della Camera in qualità di garante di An, per spiegare ai suoi lettori che 1) Fini è un po’ mignotta; 2) si vende pure per poco, il che per un uomo del Pdl è vergognoso. Chi ricorda Bertolaso dire: “Io mi sarei venduto per soli 50mila euro?”, ormai sa di che pasta sono fatti gli uomini del Capo. Comunque, gira che ti rigira, i pidiellini non cambiano, sono andati al potere per i soldi e per i soldi lotteranno fino alla fine cercando si scongiurare elezioni anticipate che, per chi ama tuffarsi nei privilegi, sarebbero una vera e propria iattura. E infine, tanto per dare un’occhiata alle altre notizie della giornata, apprendiamo che la Rai non manderà in onda nessun talk-show dedicato all’attuale momento politico. A chi toccherà spiegare agli italiani cosa sta succedendo? Ma a Minzolini perbacco. Italiani se ci siete battete un colpo, ma sulla fronte giusta per favore.


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