Nel mio post precedente sul “Metodo dei premi applicato al carattere difficile di mio figlio” vi ho raccontato come, un semplice metodo come quello dei “semafori”, mi ha aiutato a gestire il carattere difficile di mio figlio in un periodo particolarmente brutto. Questo metodo mi era stato suggerito dalla maestra di Carlo Alberto alla quale mi ero rivolta per avere un aiuto in un momento di difficoltà. La scuola internazionale che frequenta mio figlio ha un curriculum inglese e sposa quindi in pieno il sistema educativo britannico. Per chi non lo sapesse, questo modello si basa fortemente sul metodo dei premi e degli elogi. Argomento questo da sempre oggetto di opinioni discordanti e dibattiti. In questo sistema si cerca di motivare i bambini sia dal punto di vista comportamentale che da quello accademico, dandogli dei piccoli premi ogni qualvolta il bambino si comporta come ci si aspetta da lui. Vediamone i pro e i contro. Come è facilmente intuibile, la principale critica che viene fatta al sistema è:
- in questo modo il bambino agisce bene solo se c’è un premio da ottenere dando così molta più importanza al fine piuttosto che al perché si debba agire in quel modo. Il rischio è che finisca per chiedere premi per fare qualsiasi cosa.
Credo sia innegabile che questa è una critica importante e ben fondata. E’ difficile controbatterla, però è altrettanto vero, secondo me, che c’è anche del buono in questo metodo. Questi a mio avviso gli aspetti più importanti evidenziati dal dibattito:
- è un sistema che cerca di accrescere il più possibile l’autostima del bambino.
Anche se i risultati sono scarsi, non si critica mai l’alunno, ma si cerca di trovare sempre un lato positivo da apprezzare. E’ il “metodo dell’elogio”. In pratica: “non hai ottenuto il risultato, ma si vede che ti sei impegnato”. I commenti sono quindi sempre positivi e assolutamente costruttivi.
Per esempio sui compiti non si trovano voti numerici o giudizi, ma degli stickers accompagnati da frasi informali scritte dalla maestra che possono essere molto positive come “Lavoro eccezionale!”, medie come “Hai lavorato bene” o meno positive, ma mai negative, come “Devi prestare più attenzione alla scrittura”. Quando i compiti sono fatti particolarmente bene, c’è uno sticker per ogni esercizio. Essere apprezzati aiuta a migliorarsi.
Si cerca inoltre di trovare del buono in ognuno in modo che nessuno si senta discriminato o meno bravo degli altri. Per esempio ogni settimana, nell’assemblea del venerdì mattina ( sì, anche alle elementari hanno un’ora di assemblea alla settimana! ), viene eletto per ogni classe la “Star of the week”. I bambini, chiamati a sorpresa, vengono fatti alzare in piedi e, in fila davanti a tutti, ricevono un attestato dal responsabile educativo delle “Primary” con tanto di applauso e foto di rito.
- abitua al raggiungimento degli obiettivi a piccoli passi.
Per esempio ogni bambino, il primo giorno di scuola, ha ricevuto uno “stickers chart” con un adesivo a forma di sole e, sotto, una tabella con 25 riquadri.
- aiuta a far diventare di routine ogni buon comportamento.
Il bambino, motivato dai premi, ripete le buone azioni fino ad assimilarle completamente e farle diventare sue. Con il tempo diventano comportamenti del tutto normali.
Finora vi ho descritto tutti i procedimenti adottati nella scuola di mio figlio che prevedono l’assegnazione o meno di premi, ma mai castighi o conseguenze, come si preferisce chiamare ciò che consegue ad un cattivo comportamento. Ma nel metodo educativo inglese sono contemplate anche delle conseguenze per chi trasgredisce le regole. Queste vengono fissate subito all’inizio dell’anno scolastico e spesso sono scritte su vari cartelloni appesi in classe. Gli alunni devono comprenderle chiaramente e sapere che nel momento in cui le infrangono devono assumersene la responsabilità ed accettarne le conseguenze. Uno dei sistemi più immediati quando un bambino si comporta male, soprattutto durante i momenti di gioco, è il time-out. Il bambino viene “sospeso” per qualche minuto e se ne deve stare seduto in disparte per riflettere su quello che ha fatto e ritrovare la calma per continuare a giocare con i compagni. Nella scuola di Carlo Alberto c’è altro sistema che prevede una conseguenza più negativa del semplice non prendere un premio, perché fa perdere ai bambini un diritto già acquisito in partenza. Nel programma scolastico del venerdì, fra le attività poste sui diversi cerchi di un bruco che viene preparato ogni mattino, ci sono 20 minuti di “Golden time”, minuti che ogni bambino può trascorrere facendo il gioco che preferisce a sua scelta.
Tutti gli esempi pratici che ho fatto sono applicati nella classe Year 1 ( la nostra prima elementare ), ma so che questi concetti sono presenti lungo tutto il percorso scolastico inglese, ovviamente adattati alle diverse età degli studenti.
E voi cosa ne pensate? Nelle classi dei vostri figli si applica il sistema degli elogi, premi e conseguenze? Come sempre sono curiosa di sapere il più possibile sulla vostra esperienza. Colgo l’occasione per ringraziarvi per le e.mail ricevute e per i commenti fatti al post precedente sull’argomento davvero molto interessanti e pieni di spunti di riflessione.