Sono stata tre giorni in Puglia. A presentare il mio romanzo:
Il metodo della bomba atomica.
Prima alla libreria Ubik di Foggia. Qui c'è il blog della libreria, con un pezzetto di video! In cui racconto perché Celeste è una "flowerblogger"...
Una serata fantastica. C'era un pubblico attentissimo, commosso e prodigo di domande. Alcuni avevano già letto il romanzo, e quando ho firmato le copie e ho visto le orecchie, i post-it e le sottolineature ho provato una grande gratitudine, come se la fatica dello scrivere, del progettare storie avesse davvero un senso, anche nel piccolo di un esordio, come nel grande della letteratura mondiale. Inoltre: mi hanno aspettata tutti per più di un'ora. C'è stato un delizioso incidente sulla statale (guasto alla macchina che ci stava accompagnando). Dunque quella donna accanto al triangolo non è Anna Magnani (magari!) in una delle sue pose migliori ma sono io che cerco risposte ai misteri dell'Universo nel mio telefonino! Grazie Dio e San Nicola per aver supportato l'evento.
E venerdì ero al Festival del Libro Possibile a Polignano a Mare. Con le splendide Alessandra Minervini e Valentina Introna (che scrive sul blog letterario della Repubblica di Bari, qui).
Donne. Giovani. Startup. Piccola imprenditoria. Coraggio. Sogni. Ricerca. Inventare soluzioni alla crisi. Creare lavoro al Sud Italia e non solo. Cultura. Letteratura. Web. Tecnologia.
Parole di cui sono pieni i giornali, i telegiornali, la rete, e le nostre bocche, che ci piace tanto riempire di bei concetti, durante i discorsi al bar.
Parole vuote.
Se poi non fa seguito qualcosa di concreto, qualcosa di reale. Parole che altrimenti lasciano lo spazio ai loro opposti, molto più praticati in quel territorio accidentato chiamato vita quotidiana. Ovvero.
Discriminazione e femminicidio. Precariato. Crisi economica. Mancanza di fondi. Paura. Incubi. Soccombere. Solitudine e disoccupazione. Limite della povertà. Ignoranza. Crisi dell'editoria. Crisi di valori. Crisi, crisi, crisi di tutto. Arretratezza. Ottusità e dolore. Sofferenza.
Ma voglio darvi una notizia. Le prime, la prima tranche, sono tutte le parole che si possono racchiudere in una sola: LiberAria.
Una piccola casa editrice di sole donne (non è vero, c'è anche un uomo, Mattia Garofalo, che vive a Torino e lavora anche alla Scuola Holden come Alessandra Minervini).
Una casa editrice seria (per capirci: non a pagamento e che fa il contratto...). La casa editrice che ha deciso di scommettere su di me e di consentirmi di pubblicare il mio primo romanzo, Il metodo della bomba atomica.
Non so se avete idea di cosa possa significare oggi una cosa del genere.
Ovvero: nascere.
Lo sapete: questo non è un paese per donne. Né tanto per trentenni. Né per romanzieri forse, o addirittura bookblogger. Oppure sì? Comunque: ci vuole coraggio.
Dico, un bel coraggio per scommettere su di me, ad esempio. Ma anche per essere tutte quelle cose lì insieme. Per trasformare la retorica in fatti. In libri, in romanzi, in saggi, in speranze e in lavoro. Lavoro! E non solo.
Siamo partiti insieme. Con tutte le montagne russe di emozioni che questo comporta. Con un solo valore come linea guida: l'importanza del libro e della letteratura per la vita delle persone.
La prima presentazione al Salone di Libro qui a Torino, due mesi esatti fa. Un fatto molto importante per degli esordienti. E poi i tantissimi blogger che hanno letto il romanzo, che ne hanno parlato. Le presentazioni che cominciamo a fare nelle librerie. La prossima questo martedì, al Circolo dei Lettori #SummerSide al Cortile della Farmacia con Luca Ragagnin. E la successiva, ve l'anticipo, a Finale Ligure (ma seguiranno dettagli) dove in parte è ambientata la storia... e chissà come andrà l'autunno. Fare tante cose. In un mondo grandissimo e strutturato. Fa paura, ci si sente sperduti a volte. Senza sicurezze, senza garanzie, senza aiuti.
Non è per lamentarmi, anzi, è tutto il contrario: lo dico per fare forza a me e al mondo di ragazze che stanno leggendo in questo momento. Perché ormai un po' le conosco, mi vengono a parlare le "mie lettrici" (uau fa un po' effetto) perché mi scrivono tanto, lunghissime mail piene di dubbi e di terrore, ma anche speranze e fiducia e tenerezza.
E il consiglio che cerco di dare sempre loro è: avete ventanni, dunque: SIATE NAIF.
Che è poi è l'accusa che più frequentemente mi viene rivolta. E io allora insisto: credete nell'impossibile. Penso alla fine che sia l'unico modo per disintegrare quel muro di arroganza, sovrastrutture, deserto culturale etc. etc.
Dunque. Ciò detto.
Qui c'è il catalogo, i contatti e le persone che lavorano al progetto. E sotto alcune immagini.
Ufficio.
Giorgia Antonelli.
Alessandra Minervini.
Il metodo della bomba atomica.
Cuffia in scatola.
Mi sento molto presente in questo post...
Il fotografo, Umberto Lopez, stava per immortalare proprio la mia faccia.
Bari.
E Polignano a Mare.
La bellezza.
Piccoli angoli.
San Nicola.
Si diventa molto spirituali in certi momenti.
Stella. Vi dicevo del mio interesse per le stelle. Perché voglio che ogni tanto, sempre sarebbe impossibile a essere realisti, però voglio che i vostri e miei occhi si mettano a risplendere come stelle, appena possibile. Vorrei che ognuno fosse la stella di qualcuno e che si sentisse importante.