“Se giudichiamo il VeriChip da un punto di vista puramente commerciale, esso è un prodotto ridicolmente difettoso” afferma Liz McIntyre, co-autrice assieme a Katherine Albrecht del libro Spychips (“Come le grandi multinazionali ed il governo stanno pianificando di tracciare ogni tua mossa”).
Il VeriChip “non serve a niente” afferma Westhues, non è assolutamente affidabile dal punto di vista della sicurezza e “risolve malamente una serie di non -problemi”
Che dire allora dei diciotto impiegati della Procura Messicana che utilizzano un chip impiantato nel loro corpo per avere accesso ad una stanza con gli schedari? E di quella manciata di avventori di bar europei che utilizzano i chip per pagarsi da bere?
“Cosa faranno queste persone adesso che sanno che i loro chip possono essere clonati?” – si interroga Liz McIntyre – “Indosseranno magliette di carta stagnola o terranno tutti a debita distanza dal proprio braccio?”
Liz McIntyre ha attentamente analizzato i documenti ufficiali dell’azienda VeriChip ed ha scoperto che i pazienti microchippati non possono essere sottoposti ad una risonanza magnetica se sono privi di coscienza (come può capitare durante un’emergenza, ad esempio dopo un grave incidente). Come se non bastasse l’azienda ammette che le informazioni mediche correlater al chip potrebbero non essere disponibili in caso di un’emergenza sanitaria. Per essere precisi i pazienti nei cui corpi è impiantato un microchip non possono sottoporsi a risonanza magnetica se non sono in grado di comunicare qualsiasi “sensazione o problema inusuale” come lo spostamento o il surriscaldamento del chip installato; cosa ovviamente impossibile da fare per vittime di disturbi neurologici come l’Alzheimer o per pazienti in stato di incoscienza (causata da trauma o altra malattia).
“L’ironia é che le persone impiantate dovranno indossare un braccialetto di allerta medica o qualche altro visibile segno di riconoscimento in maniera tale da non venire erroneamente sottoposti a risonanza magnetica [in stato di incoscienza]” afferma K. Albrecht.
Del resto l’azienda chiarisce che si assume ben poca responsabilità per tutta una serie di problemi che possano derivare dall’uso o dal malfunzionamento del microchip in questione. Ad esempio nel modulo che firma la persona impiantata viene specificato che l’azienda non potrà essere perseguita per perdita di soldi conseguente all’uso del chip in questione.
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