Il miglior amico dell’uomo

Creato il 05 giugno 2011 da Mriitan @MassiRiitano

Il miglior amico dell’uomo è l’uomo

Per una lunga e complicata storia di diritto matrimoniale ed immobiliare che non sto qui ad enucleare, sono stato costretto, 6 anni or sono, a prendere casa con un ingombrante inquilino ed instaurare con lui una complessa convivenza.

Il suo nome è Arturo il pazzo ed i bene informati sostengono si tratti di un gatto eugubino.

Ok, fermi tutti.

Riitano, ma una denuncia per maltrattamento sugli animali si può considerare pubblicità per il sito?

Cioè ti neghi la possibilità di pubblicare il messaggio di sdegno che sicuramente sarebbe arrivato dalla nascente OIDAMBS (Organizzazione Mondiale per la Difesa degli Animali Molestati da Blogger Sfigati).

Vabbè, vuoi così, invertiamo la rotta.

Chi vi parla è un inguaribile amante degli animali, testimoniato dal fatto di essere cresciuto con due gattine (una di razza europea ed una siamese) che rispondevano agli equivoci nomi di Laila e Sheila.

Sono quindi abituato ai peli, ai graffi, alle fuse, alle tende strappate, ai divani con i tagli di Fontana, alle corse, ai gomitoli di lana, ecc ecc.

Ma si può considerare animale domestico un quadrupede di 19 anni e 10 chilogrammi le cui uniche attività sono le seguenti:

  1. Mangiare sempre ed in ogni dove
  2. Ululare, badate bene, non miagolare, al nulla nel cuore della notte
  3. Andare di corpo come un rinoceronte
  4. Vomitare, tipicamente 30 secondi dopo che è andata via la signora delle pulizie
  5. Perdere gradatamente il controllo delle funzioni corporee (la lettiera diventa sempre più lontana)
  6. Dormire ogni momento del giorno quando non è impegnato ad espletare i punti 1), 2), 3), 4) e 5)

Ho fatto anche richiesta di usufruire del decreto legge 104/92, ma mi è stato negato perché non applicabile ai mufloni non autosufficienti.

Io ormai lo odio e lui ha paura di me, anche se non è sempre stato così.

Da quando è nata mia figlia sono sempre meno disposto a perdere sonno, fantasia e forze per colpa di un gatto che non è mai stato educato, mai sgridato, mai “sculacciato”, ma sempre e solo coccolato e compatito.

Penso che il neo sindaco di Napoli debba farsi carico di trovare una soluzione al mio problema:

propongo di mandare il gatto, a spese della Amministrazione napoletana, a finire i suoi giorni in una accogliente casa di riposo della sua terra natale.

In cambio, senza l’indifferenziato prodotto da Arturo, De Magistris sarebbe già a metà dell’opera nella risoluzione del problema monnezza a Napoli.

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