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Il Milan di Allegri: nuovi importanti spunti ed equilibri di gioco

Creato il 16 novembre 2010 da Gianclint

-L’importanza di Ibra (e di Robinho) nell’economia della squadra-

di Calma&Gesso

Se ne sente dire di ogni su Ibra: ma poco sull’aspetto che a noi oggi va di evidenziare insieme, ovvero della sua capacità di offrire al Milan l’opportunità di essere “diverso”,…camaleontico.

La nostra sete di “lacrime e sangue” ben ci fa accogliere la presenza di tre mediani a centrocampo. Una scelta del genere non passa certo senza pagar pegno: a Bari, quando attaccato, il centrocampo è “andato sotto” oltre misura, con la palla che sul possesso impiegava 30’’ -contati- per superare la linea di metà campo; col Palermo, partita giocata in maniera impacciata dai tre fino all’1-1, che perdono 20 palloni -contati anch’essi-… fino a che l’inerzia della gara ci portava ad una grande reazione che li vedeva protagonisti; al Derby, soglia agonistica più alta…, altra collezione di gialli e necessità dell’inserimento di Pirlo che ha tolto pressione ai mediani stessi.

Il Milan di Allegri: nuovi importanti spunti ed equilibri di gioco

Non solo "Classe&Potenza" in attacco... anche in fase difensiva è lui a determinare il buon equilibrio della squadra

Non creduli alle formule matematiche (e manchreebbe altro…), allora è là davanti che dovremmo andare a cercare -ancora- la chiave dell’equilibrio della squadra: infatti, schierare un centrocampo di soli mediani non è facilmente assorbibile per nessuna squadra di calcio che, come il Milan, vuole proporre calcio -chiedere alla Juve fino all’arrivo di Aquilani, per esempio-. Se si è partiti discutendo della “sostenibilità di tre palleggiatori” non si deve finire -e ci si finirà perché i cartellini li contiamo…- a discutere su come addomesticare questo aspetto. Guai a scivolare nel cliché di “squadra che picchia”: la squadra deve giocare a calcio e picchiare il giusto, cioé… bene.

La classe del nostro 11 -quella è, altro che la “sola forza”!- ci permette di giocare in maniera differente: dove manca la qualità sulla giocata in uscita per le punte, quelle stesse la metteranno al servizio di piedi meno fini… controllando palloni “impossibili” ad un metro di altezza, andando a prendere lanci da addomesticare in zona morta…

Post fa, abbiamo parlato di un cambiamento evidente rispetto all’anno scorso: l’uscita della palla mai effettuata attraverso i terzini. Ora, l’ultima versione del centrocampo con i tre mediani contempla -anzi sembra prescrivere- questo “nuovo” sviluppo nel gioco che ci porta a giocare “di rimessa” e quindi con un controllo difficoltoso di alcune sacche di gioco lungo i 90′, che porta a dover spendere TROPPI gialli in gara…

Ma il Milan è pure altro: concentrazione, “presenza”… se nel contesto agonistico trovato Seedorf manterrà -data anche l’età- la propria sagacia -seconda partita di fila giocata con “la cattedra” per il campo-, e Pirlo saprà calarsi mentalmente in questa nuova dimensione di calcio (come con Lazio, Ajax, Genoa, Inter), per sacrificio difensivo, potremo vedere allora ancora un altro tipo di squadra: più organica nel gioco e anche più continua in zona gol.

Non tutte le gare si presteranno ad essere giocate “di rimessa”, infatti. Nessuno storce il naso perché il risultato premia, finora… In un commento pre-derby, rispondendo all’amico TomJoad che mi chiedeva su cosa mi aspettassi, ho scritto… “la furbizia”, da leggere come capacità di sapere anche aspettare la gara, ovvero “giocare gli spazi che l’Inter concederà” alla ricerca di un gioco che non staremo certo qui a dire dove fa acqua e perché… Allegri l’ha vista come tanti di noi… E’ andata bene, ma non ci basta, perché il bilico che divide il cinismo dal grigiume è lì, e balla sul filo di un gol in più…

Il Milan di Allegri: nuovi importanti spunti ed equilibri di gioco

Giro palla e uscita laterale: è Robinho che viene incontro a giocarla, da qui due soluzioni per la successiva rifinitura volta a portare il mediano alla conclusione sul lato scoperto avversario -dove la palla è stata riconquistata-

E poi qualche cosa da dire ci sarebbe pure sul pochissimo e mal citato (dai media) Robinho: ma poco mi interessa di ciò che dicono opinionisti di varia natura, anche meno il resto… di più il virgolettato dei calciatori: se un Gattuso parla platealmente di “tre uomini dei nostri tagliati fuori sul rilancio del portiere, non vanno bene”, ed il Capitano Ambrosini prende su il violino e “… è importante per noi, importantissimo,… dà una mano grandissima alla squadra”, beh… credo sia più importante di tante altri discorsi basati sull’allegria di una squadra che tutto è fuorché… “allegra”.

… ma di Allegri, se mai: di cui in maniera specifica non mancherà occasione di parlare… SE questo Milan vorrà durare nel tempo -e non la parentesi di uno Scudetto che resta, in ogni caso, capriccioso-, non dovrà prescindere nel perseguire la strada vista fino qui, quella del coinvolgimento di quanti più elementi della rosa, e ben più del solo “undici”.

Ben attenti a distinguere fuochi di paglia dagli incendi, resteremo sempre sintonizzati alla ricerca di nuove soluzioni, nuovi tematiche di campo, e di un gioco che dobbiamo PRETENDERE più strutturato, non di suggestioni appaganti, ma prive di polpa calcistica reale, che lo stesso Mister non si sogna di agitare davanti al naso di nessuno: buon segno… indice di profonda conoscenza del “tema”, nonché di se stesso come uomo e allenatore; questa la base umana indispensabile per riuscire a guidare con profitto -e nel tempo- un qualsiasi gruppo di calciatori… figurarsi quello che porta sul petto il simbolo dell’A.C. Milan.

Dobbiamo ancora crescere… squadra e tifosi, tutti quanti insieme.

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