Il Milan è in Dubai: “facciamo la conta”?

Creato il 28 dicembre 2010 da Gianclint

-Arrivi sicuri, quasi probabili, partenze possibili e forze fresche-

L’identità del gioco del Milan è ancora da strutturare e alimentare, il ritiro in Dubai permetterà di risvegliare la forma atletica dei giocatori, portarla su livelli non dissimili fra loro e programmarne la gestione nei prossimi 4/5 mesi. Pure al campo si dovrà pensare: con l’addio di Ronaldinho e l’arrivo di Cassano, sempre uno è il posto vacante in rosa, quello di Inzaghi. Data un’identità di base all’undici, sarà bene iniziare a lavorare pure parallelamente sui difetti che questa stessa comporta.

“Contarsi”: ovvero,Su quanti uomini della rosa posso contare concretamente in campo?; troppi giocatori si stanno determinando (e autodeterminando) come “esuberi”, talvolta eccellenti. Uno scadimento del livello complessivo dei terzini, il rimpasto dei ruoli a centrocampo, un attacco sotto-numerato, Ibra è giocatore non solo unico per caratteristiche, irrinunciabili all’economia del gioco. Con Pirloancor più decisivo nel ruolo di mezzala“, dice Allegri alla Gazzetta, mancanti come saremo per qualche tempo di un giocatore capace di verticalizzare dietro ai difensori avversari e con qualità, dovranno essere i terzini a non lasciare ristagnare il gioco davanti, ponendosi non solo come “scarico”, ma come centrocampisti aggiunti e rifinitori laterali nell’azione offensiva.

Con Jankulovski, Montelongo e Oddo fuori per differenti ragioni, abbiamo tre nomi per due posti: Abate, Antonini, Zambrotta. Non uno convince a tutto tondo: quello più capace nel difendere, sarà carente nei tempi d’inserimento offensivo, viceversa il suo compagno; con l’altro che ha sofferto oltremodo il cambio di modulo senza più un riferimento verticale. Ben altro è il contributo che i terzini devono essere in grado di offrire al gioco di squadra, se il modulo è quello di 4.3.1.2. ancor maggiormente, poiché non vogliamo credere che ci si accontenti di interpretarlo come il Cagliari od il Chievo di turno (e lo dico con sincero rispetto per queste realtà, sia chiaro)

Il problema, o meglio quello da cui passerà la crescita della squadra, sarà da ricercare non solo nella tenuta di ritmo, ma nella compattezza di squadra che ne deriva direttamente. Quando la squadra ha smesso la veste di intensità nei suoi interpreti offensivi sul pressing, si sono creati spazi, sfruttati dall’avversario per mandare fuori-tempo il nostro centrocampo; dove le pause fisiche di Ambrosini si sono sentite e la presenza di Yepes, piuttosto che di Bonera, si traduceva per il sopravvissuto dei centrali, nella “preoccupazione” più di “controllare il compagno” di reparto che del “tenere la linea”.

Bonera, Yepes, Sokratis: i primi due utili, il terzo messo in ghiaccio, nessuno funzionale all’identità di gioco scelta. Bonera, che ha esperienza e conoscenza di equilibri e gioco, ma pure un’anamnesi rilevante ai fini di un utilizzo fattivo; Yepes, ottimo marcatore, ma in una difesa compatta e che attende bassa l’avversario; Sokratis che non a Cesena, non con la Juve, ma nella “stranamente” esaltata -dai media- prova di Napoli ha dato ai miei occhi ampia dimostrazione di palesi differenze di concezione tecnica e calcistica del ruolo rispetto a quel che può essere considerata un’”alternativa” reale e non semplice riempitivo.

Costant, Mexes, D.Luiz, Coentrao, Montolivo, Lazzari… alcuni dei nomi che si leggono, ma i Grandi Giocatori non si muovono a Gennaio. “Il nuovo per il nuovo” ha senso solo che per fare i titoli, ma non concreta applicazione sul campo, se non risponde ad esigenza tecnica e non solo di bilancio. Con Seedorf palesemente scivolato a riserva di Boateng sulla trequarti, la questione “sulla sintonia” a questa identità nuova da parte dei giocatori è anche più impellente di quella della cifra tecnica che necessiterà alimentare in futuro.

E’ il livello di adesione mentale che ha fatto fuori questo o l’altro giocatore in campo; in rosa c’è chi non è mai entrato nel discorso di squadra; chi affacciatosi al campo ne è uscito subito; chi si è chiamato fuori da sé: i nomi li conosciamo bene. La società ci informa che i rinnovi saranno discussi ad aprile: un tutt’uno con le pulizie di primavera. Nessuno ne scrive, ma è legittimo chiedersi “Partirà qualcun altro?

Vedremo che succederà, ma, piuttosto che l’ennesima strategia improntata anche sull’acquisizione di parametri 0 -Oniewu, Yepes-; movimentazioni di giocatori/capitali del valore di un buono sconto al Preziosi-discount -Sokratis; Oduamadi, Strasser, Zigoni-, saremo contenti se si trovasse la convinzione di provare alcuni elementi sospesi tra la squadra Primavera e la Prima. Ed in partite con qualcosa in palio, non in quelle buone per i bambini a coefficiente adrenalinico/agonistico pari a 0.


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