Il Milanese d.o.c.

Da Lametamela @CristinaTinozzi

Ho da poco letto un articolo molto divertente intitolato “Le 50 cose che dovrai aspettarti se ti fidanzi con un Milanese”, pubblicato da Massi Squillace (cit.notizie.it, link: http://milano.notizie.it/le-50-cose-che-dovrai-aspettarti-se-ti-fidanzi-con-un-milanese/)

Nello scorrere i 50 punti descritti dall’autore, ritrovavo spesso caratteristiche e difficolta’nelle quali mi sono dovuta qualche volta imbattere, come il fatto ad esempio che non potrai piu’ indossare ballerine, che ti dovrai adeguare a una frenetica vita mondana, che prima delle 2 non si andra’ mai a dormire, che vorra’ farti presenziare a tutti gli eventi e farsi tutti i Fuori Salone, che non vorra’ utilizzare i mezzi pubblici, che comunichera’ solo tramite whatsapp, che ti consigliera’ un buon tatuatore e che sapra’ sempre dove andare e dove parcheggiare (aggiungerei che durante la settimana della moda vorra’ uscire tutte le sere).

Fatta questa premessa, e complimentandomi comunque con l’autore per un articolo divertente che mi ha fatto sorridere, replicherei pero’ dicendo che quelli che presentano queste caratteristiche, in base alla mia esperienza, non sono milanesi, ma i “trapiantati milanesi”, ovvero tutti quelli che si trasferiscono a Milano dalla provincia o da altre citta’.

Sono quei ragazzi che magari sono cresciuti in un piccolo paesetto nel bel mezzo del nulla, che arrivano a Milano e sono convinti di trovare il Paradiso. Donne, lusso, feste, eventi. Per loro essere nella mailing list dei pr milanesi e’ un’ importante conferma sociale che li fa sentire dei privilegiati. Possono avere facilmente donne anche carine, hanno capito che basta scarrozzarle in giro e pagare loro la cena (la cena nella migliore delle ipotesi), Vivono per il loro ego ammazzandosi di palestra, evitanto i carboidrati e facendosi tatuaggi (come corretamente citato dall’autore dell’articolo) . Sembrano gay perche’ si vestono con un’attenzione maniacale che forse neanche la piu’ estrema della fashion addcited riesce ad avere. Hanno l’ansia di presenziare a tutti gli eventi perche’ per loro e’ segno di conferma di uno status che, loro stessi si sono costruiti. Ma tutti (o quasi tutti) quelli che presentano queste caratteristiche, in cui mi sono in qualche modo imbattuta, non sono di Milano (provate a chiederlo Signore, vedrete che buona parte dei pr degli eventi e dei locali non sono mai milanesi, ne’ tantomeno lo sono i loro invitati)

I milanesi non sono cosi. Potranno forse essere fighetti, ma tendenzialmente sono piu’ educati e di buone maniere. Vestono con gusto e soprattuto da uomini. Usano tranquillamente bicicletta, motorino e molti anche la metropolitana. Ne hanno piene le palle di feste ed eventi perche’ di settimane della moda e di saloni del mobile ne hanno fatti a centinaia da ragazzini.

Difficilmente li trovi alle feste di massa, hanno un giro un po’ chiuso, piu’ elitario e riservato e, di certo, non hanno smania di presenziare in posti frequentati da tutti. Sono cresciuti qui e, quelli che sono rimasti, conoscono scorci della citta’ che, chi viene da fuori, non conosce e forse non conoscera’ mai.

Con questo non voglio dire che tutti quelli che vengono da fuori siano cosi’ e che invece tutti i milanesi siano delle persone d’oro. Non e’ per niente una questione di razzismo come qualcuno, sono certa, vorrebbe commentare. Del resto sono una “trapiantata” pure io.

Voglio pero’ dire che, purtroppo, un po’ come i cinesi hanno invaso Paolo Sarpi, i “trapiantati” hanno invaso e monopolizzato la mondanita’ milanese in un modo, secondo me, molto poco concepito e approvato da chi Milano, invece, la conosce molto bene.

Parlo di quella Milano che va oltre corso Como e Brera, che si spinge oltre i locali piu conosciuti; quella Milano nascosta nelle feste private in casa, nelle belle cene tra amici, nelle trattorie gestite come una volta, dove ancora mangi bene e paghi poco, quella Milano vissuta nei vicoli e nelle piazzette che si sviluppano dalle vie principali, quella Milano in cui puoi ancora uscire e goderti una camminata senza tacchi, quella Milano piu’ vera, che c’è, che esiste, e che solo chi e’ nato qui ci puo’ insegnare…(se imparassimo anche noi a guardare oltre il nostro naso)

Questa e’ la vera Milano, questa e’ la Milano che amo. Non fatevi confondere dalla finzione di cio’ che sembra luccicare ma non splende.

Il giro mondano degli eventi milanesi e’ come un piccolo paese. La gente e’ sempre la stessa, si girano e si riciclano tra loro, sono pettegoli quanto in un piccolo paese, non si evolvono e mai lo faranno. Nel loro calendario non troverete Natale, Pasqua, l’Immacolata. Troverete la Vogue Fashion Night, le settimana della moda e il Salone del Mobile. Le giornate lavorative non potranno chiudersi senza l’aperitivo. Cambiano le persone a cui si accompagnano, ma la vita che fanno e’ sempre la stessa, chirurgicamente scandita da queste cose.

C’è un mondo fuori da questo giro che e’ solo da scovare e da scoprire.

Il segreto Signore? State a casa  e chattate. Quelli che come voi ne hanno le palle piene saranno in casa e vi risponderanno!



Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :