Il Milione 18: Una lama tagliente.

Da Enricobo2
La carovana dei Polo ha ormai superato le grandi catene montuose e l'aria fine del Pamir. Davanti a loro le sterminate distese dell'Asia centrale con i loro deserti e le loro città carovaniere, ricche di traffici e di commerci. Kashgar era la porta del Xinjiang e forse il centro più importante sulla via della seta assieme con Urumchi, abitata oggi come allora dagli Uiguri, una popolazione dedita ai commerci che tante gatte da pelare dà al governo cinese a causa della apparteneza mussulmana. Appaiono decisamente male in arnese e sono adesso di certo la parte più debole della popolazione. Mali moderni, si dirà. Ma com'era la situazione allora? Vediamo come ce la descrive il nostro amico Marco.

Cap. 50
Casciar (Kashgar) fue un antico reame ove vivono di mercatantia e di arti. Egli ànno begli giardini e bambagie (cotone) assai, ma sono gente scarsa e misera chè male mangiano e male beono. Ora è al Grande Kane, ma adorano Malcometto.


Eh accidenti, la lingua ha otto secoli, ma la descrizione potrebbe essere stata fatta ieri, inclusa la sottolineatura del contrasto tra il dominio centrale e le spinte integraliste religiose che condizionano l'area. Qualche anno fa, vagavo per il bazar di Urumchi o Wu Lu Mu Chi come preferiscono chiamarla i cinesi. I venditori di origine cinese, se ne stavano tutti raggruppati in disparte, in generale occupandosi di alimenti e ristorazione o vendendo i grandi pani rotondi e dorati, tipici del Tukestan. Tutto il resto del mercato invece, era in mano agli Uiguri che se ne stavano accoccolati nei piccoli negozi su montagne di tappeti, tra le stoffe di cotone spesso e colorato o tra gli oggetti artigianali che producono. Guance magre e incavate, barbe lunghe, sguardi infossati. Un senso di attesa e una atmosfera densa, pesante, diversa dall'allegria caciarona caratteristica dei luoghi del commercio. Forse il caldo opprimente di quel luglio assolato, forse la mancanza di aria tra gli stretti passaggi coperti e gli spazi minuscoli tra i banchi, ma anche le trattative erano stanche e mancavano del fervore tipico del commercio asiatico.
C'erano coltelli magnifici, ben decorati e con incisioni di pregio. Di solito queste produzioni hanno come clienti i turisti e gli oggetti hanno una funzione più decorativa che di utilità pratica. Ne comprai uno che mi piacque subito per la sua impugnatura ergonomica e robusta. Il vecchio venditore aveva un grande cappello di pelo nonostante il gran caldo e fece un breve sorriso stringendo gli occhi quando mi mostrò la lama, che come tutte le altre attorno a lui, era tagliente come un rasoio.
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