Spesso gli affari nascono per caso da incontri fortuiti, come quella volta che un tizio malmesso entrò dalla porta dicendo che voleva fare lo champagne e noi invece di cacciarlo a calci lo stemmo a sentire e si firmò il contratto più grosso della nostra storia. Così i fratelli Polo che da tre anni facevano flanella nelle taverne di Bukhara in attesa di qualche buon affare, incontrano per caso due ambasciatori del Grande Cane…
Cap.4
…e quand’essi vidono in questa città i due frategli, fecionsi grande meraviglia perché mai non aveano veduto niuno latino e dissono loro s’eglino voleano venire al loro Signore e egli li porrebbe in grande istato. Li dui frategli risposono: “Volontieri”.
Par quasi di sentire il manzoniano “e la sventurata rispose”, invece i Polo pescano il jolly della loro vita, perché dopo un anno di viaggio arrivano a Cambaluc, l’odierna Pechino, dove Kubilai Khan, nipote di Gengis ha ormai conquistato la Cina e fissato la capitale del nuovo regno e della nuova dinastia, gli Yuan. Giunsero nella città in un periodo straordinario, molto simile a quello attuale, quando la Cina stava diventando una grande potenza e si apprestava a diventare il paese dominante di tutto l’oriente, fondando le sue fortune sulla apertura agli scambi. Certamente i fratelli rimasero colpiti dalla ricchezza e dai fasti della città proibita che sorgeva nello stesso posto di quella odierna ma quello che sicuramente fece loro capire le potenzialità di quel contatto era la enorme
Cap. 6
..Il grande kane gli fece gran festa e dimandogli dello imperatore, di sua vita e di sua iustizia e del Papa, de la chiesa di Roma e di tutti i fatti de’ cristiani. I due frategli risposero bene e saviamente siccome savi egli erano e bene sapeno parlare tartaresco.
Insomma da bravi mercanti lo imbambolano e in breve li rimanda indietro.
Cap.7
Allotta Lo Signore fece le carte bolate che potessero venire per questo viaggioe impose gli l’ambasciata dicendo al Papa che gli mandasse 100 uomini savi che sapessero le 7 arti e che sapessero mostrare per ragione come la cristiana legge era la migliore e gli recassero anche de l’olio de la lampada ch’arde al sepolcro in Gerusalemme.
La Cina ha sempre avuto una grande disponibilità ad ascoltare, ma vuole essere convinta con la ragione e coi fatti e non con le parole. E’ un grande errore sottovalutarla e trattare con sufficienza il loro lavoro, disconoscendone i meriti e le potenzialità. Saranno nostri spietati avversari commerciali e ignorarli o pensare di poterne fare a meno sarebbe un tragico errore. L’autoesclusione alla torta più ghiotta dei prossimi decenni sarebbe un colpo mortale alla nostra esangue economia. Così i fratelli, che invece capiscono bene quale occasione si è loro presentata, se ne partono a cavallo e in tre anni se ne tornano a casa per preparare il business della vita, ma qui li aspetta una sorpresa.
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