Il mio cactus ha messo un fiore.

Da Disoccupataperbene
Non è certo una novità sapere che i miei ultimi datori di lavoro, quelli che mi hanno dato, assieme agli auguri per il matrimonio il ben servito dall'azienda, mi facciano una pessima pubblicità nell'ambiente lavorativo. Sono a conoscenza del fatto che (e trovo davvero penoso) ogni qualvolta un possibile nuovo datore di lavoro, li chiami per le referenze, questi signori mi indichino come una spina di cactus.
Una spina che purtroppo dopo un anno di mobilità aveva perso il suo perchè ed è stata sostituita con una spina stagista.
Io giudicavo male, malissimo questi cari ex capi, ma in realtà a loro devo molto.Se non fosse stato per loro, e per il fatto di non avere 29 anni e non essere più in età di apprendistato, probabilmente a questo punto della mia vita sarei chiusa da qualche parte a fare un lavoro che non mi piacerebbe affatto. Esattamente come fanno loro.Grazie a questi signori oggi finalmente, dopo anni di ricerche e fughe da e per gli uffici dell'impiego, ho trovato la mia dimensione e faccio ciò che ho sempre voluto fare: scrivere.Mai avrei pensato che grazie a questi signori, la mia passione (oltre a quella per i miei figli), sarebbe diventata il mio lavoro.
Ammetto che come lavoro sia poco retribuito e che non possa ancora considerarlo un vero stipendio, ma c'è. C'è soprattutto qualcuno che crede nelle mie poche ma compatte capacità facendomi scrivere sul suo quotidiano e dandomi la possibilità, tra meno di due anni, di potermi definire giornalista.C'è anche chi ha investito in me affidandomi l'editing della sua neonata casa editrice, anche se non sono una persona estremamente matematica. Forse in me ha visto altro oltre a dei numeri. Oppure oltre la mobilità.Finalmente ho un impegno in cui io sono il valore aggiunto e in cui l'unico modo per lavorare è quello di scrivere.Molti mollano tutto e vanno ad aprire un chiosco ai Caraibi. Con marito, prole e un gatto la cosa è più complicata. Io mi sono lasciata alle spalle un ambiente di lavoro pessimo, intriso di sotterfugi, cattiverie e di, chiamiamole coì, scivolate sul sapone che fanno molto male. Non sono e non sarò mai pronta a vivere in un ambiente in cui il pesce più grande mangia quello più piccolo...a me in fin dei conti il pesce non piace nemmeno.Ringrazio di cuore però i pesci grossi che mi hanno ostacolata in tutti modi e che non hanno, per magia, più voluto rinnovarmi il contratto tra il secondo e il terzo;  ovvero tra un tempo determinato e quello indeterminato. So che lo avete fatto per il mio bene e che niente vi farà desistere dal farlo ancora.Io sarò sempre il vostro amato fiore di cactus, brutto, spinoso, da tenere lontano. Ma ricordate che a volte anche i cactus mettono un fiore.
Per cui facciamo così, vi ricambio il favore, io mi tengo il fiore e voi tenetevi il cactus.

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