Amina è una ragazza tunisina e un suo scatto ha fatto scalpore: una foto a seno nudo con un messaggio tatuato sul corpo: ”Il mio corpo mi appartiene”. Dalla sua vita, dalla sue esperienza è nato il libro pubblicato da Giunti Editore.
È il 1 marzo 2013 e Amina, mettendo la sua immagine in rete, si fa portavoce del pensiero della sua generazione, dei giovani che come lei hanno partecipato attivamente alla Primavera araba: più libertà in un paese ormai in mano agli integralisti islamici.
Questo gesto le costa quasi la vita: prima viene segregata dai suoi stessi genitori, scandalizzati e timorosi che le conseguenze di un atto così eclatante si ripercuotano su tutta la famiglia; poi, dopo l’adesione al movimento delle Femen, finisce in prigione. Anche da dietro le sbarre Amina continua a battersi, in difesa delle detenute, sistematicamente percosse e angariate, e per la libertà di espressione. Ma una volta scarcerata, proprio in ragione della notorietà che la sua figura ha acquisito nel mondo, Amina non è ancora libera. Deve lasciare il suo paese, in Tunisia non le permetteranno di studiare e la famiglia teme ritorsioni.
Così si rifugia a Parigi e da lì decide finalmente di raccontare la sua storia, la storia di una ragazza divenuta simbolo della protesta con- tro ogni forma di dittatura militare o religio- sa, e anche di un sogno infranto, quello di chi, come lei, ha sperato che la Primavera araba portasse la vera democrazia.
Amina è stata da poco tempo a visitare l’Italia ed è stato amore a prima vista. Ha visitato Milano e Roma, molto velocemente e senza poter fare la turista. E’ stata nel nostro paese per promuovere il libro. Il posto ch l’ha maggiormente colpita è stato Piazza Duomo a Milano. Le è piaciuto il nostro cibo e in particolare la pizza, lontanissima dalle imitazioni che fanno in giro per il mondo. E poi ha imparato ad “affrontare” un piatto di spaghetti come una vera italiana. Il primo approccio con gli italiani è stato piacevolissimo: Amina ha trovato la gente italiana disponibile e gentili anche a parlare e raccontare quanto di bello c’è nella vita.