Non me ne abbia la Lucart per questo titolo poco edificante da svariati punti di vista, ma il concetto è questo: anche il culo può essere green. Come?
La Lucart, in collaborazione con Tetrapak Italia ha lanciato da pochissimo una gamma di prodotti ottenuti dal celebre contenitore di bevande che spesso non sappiamo se e come riciclare (74% di fibre di cellulosa, 26% di carta e alluminio), e si definisce così un’azienda a rifiuti zero.
I prodotti sono i tissue che usiamo abitualmente, come carta igienica, tovaglioli, fazzoletti da naso, panno carta, asciugamani e tovagliette (che io ho sostituito quasi egregiamente con la stoffa, carta igienica a parte), mentre dalla plastica e l’alluminio nascono righelli, penne e altri oggettini resistenti e completamente ecologici.
La carta tanto cara ai nostri deretani risponde poi alle caratteristiche di morbidezza, resistenza e assorbenza (testato per voi dalla mia persona), proprio come le carte comuni, ma con questo valore aggiunto: non vengono tagliati gli alberi!
Inoltre non subisce processi di sbiancamento (il suo delicato colore Havana la rende molto fashion) chimico ma fisico e meccanico ed è certificata Ecolabel.
Il Tetrapak è così riciclato completamente, noi siamo più tranquilli e pure le nostre parti basse.
E cosa chiedere di più?