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Il mio ideale di campione: chi decide il proprio destino, non quello degli altri

Creato il 04 luglio 2013 da H2opolo @edoardo_osti

Il mio ideale di campione: chi decide il proprio destino, non quello degli altriGiorni difficili per la pallanuoto.

Solo un anno fa celebravamo lo splendido gesto del Vela Ancona rosa, e possiamo dire di averlo ricordato in questi giorni con una simpatica rissa, sempre in rosa. Da ora il detto: "la pallanuoto non è uno sport per signorine" è definitivamente archiviato.

Mi preme però sottolineare quanto mi dispiaccia ciò che sento e leggo circa le semifinali Under 20 maschili.

Mario Corcione su WPDW lancia un appello, eccolo:

Verissimo.
Va ricercata una formula che impedisca a chiunque di diventare l'artefice del destino altrui: allo stato attuale la formula permette ai team più forti di decidere chi non incontrare nella fase successiva, e se questa possibilità viene sfruttata viene meno l'aspetto educativo, che è poi uno dei motivi più importanti per cui uno fa uno sport come il nostro.

Va spiegato a ragazzi (e allenatori) che il punto di arrivo di ogni atleta, il suo picco massimo, consiste nel provare a cambiare, a migliorare il proprio destino, non a inquinare quello altrui.

Ad una formula sensata e all'investimento che TUTTI devono fare sull' etica sportiva, va poi affiancato un controllo adeguato, implacabile, che sfoci in pene severe.

Altrimenti creiamo dei mostri.

Il mio ideale di campione: chi decide il proprio destino, non quello degli altri


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