Il mio io visto da me e dagli altri

Creato il 16 febbraio 2013 da Angela

Domenica 10 febbraio ho assistito alla rappresentazione teatrale di Neben mir (Accanto a me) al Junges Staatstheater di Karlsruhe.

Lo spettacolo, rivolto a un pubblico a partire dai 13 anni, riflette sulla percezione che ognuno di noi ha di sè stesso. Non è importante quanti anni abbiamo: saremo sempre portati a mettere in discussione il nostro corpo e il nostro aspetto. Ciascuno di noi si pone delle domande che lo accompagnaranno per il resto della sua vita.

La percezione di noi stessi e quello che invece traspare agli altri corrispondono? Sembriamo come ci vediamo? Come si può influenzare il modo in cui gli altri ci vedono? Che ruolo gioca tutto ciò nel percorso che va dall’adolescenza al diventare adulti? Come si può modificare il proprio essere? Dove iniziano i limiti? Com’è quando si ha la sensazione di vivere appieno nel proprio corpo ma allo stesso tempo di sentirlo estraneo e distante da noi?

Neben mir è un’opera che pone tutte queste domande e racconta storie incentrate sul corpo, sull’apparenza e sull’identità. L’opera tratta della ricerca di sè stessi tra quello che si è, quello che si vorrebbe e potrebbe diventare e le piccole sfaccettature dell’accettare il proprio corpo e il proprio essere.

Neben mir è uno spettacolo basato su interviste che la regista Hannah Biedermann ha condotto con alcuni giovani di Karlsruhe e l’autrice Azar Motazavi ha trasformato in testi teatrali. Lo spettacolo pone delle domande senza per dare delle risposte, portando così il pubblico a riflettere sui temi trattati.

Eccezionali i quattro attori e interpreti: la versatile Veronika Bachfischer, l’accattivante Sebastian Reich, il promettente Ralf Wegner e il giovane e talentuoso Michel Brandt.

Ho riflettuto una settimana su quest’opera cercando di darmi delle risposte e sentendo il bisogno di scriverne. Cosa ho ne ho concluso?! L’immagine che si ha di sé contribuisce alla definizione che ognuno di noi ha di sè stesso come persona, ma ci fosse solo questo sarebbe riduttivo. Da una parte c’è sicuramente come ci si vede, dall’altra però c’è l’atteggiamento che si assume nell’osservarsi. Ogni persona ha quindi una sua fisicità e un suo carattere ma è attraverso la combinazione di questi due elementi che ci si relaziona con gli altri.

Come appaio, come sono e come mi relaziono contribuiscono a definire chi sono. Focalizzarsi solo su uno dei tre aspetti non è salutare. E’ loro combinazione che deve invece diventare la nostra forza.