“Sì, perché la gente giudica, non chiede, loro non tentano di comprendere. Una persona può essere indulgente, non la folla, non le malelingue…”
“Il mio lieto fine” è una romance scritto da Eilan Moon che ho letto spinta dalla mia inesorabile curiosità e dal fatto che la scrittrice lo aveva gentilmente messo in palio per “A Date with the perfect book boyfriend”. Non è un romanzo facile, l’argomento è spinoso e delicato, ma la Moon lo affronta con un atteggiamento indulgente, da chi non ha le risposte in tasca e non vuole darle, ma vuole solo raccontare una storia, una storia intensa, che di certo non lascia indifferente il suo lettore.
Serena è un agente letterario di Milano. Si sente realizzata e ama il proprio lavoro. Quando sulla sua strada si incroceranno i destini di Christian e Nicola, la vita di Serena cambierà. Lei, che non aveva mai cercato di piacere a nessuno e che era sempre stata se stessa, si ritroverà a indossare una maschera per piacere al proprio principe azzurro. Ma Serena ha davvero bisogno del principe azzurro o piuttosto dell’indomabile pirata?
La vera storia di una ragazza che non credeva di poter essere una principessa.
Certi libri ti arrivano alle spalle e ti colpiscono, costringendoti a confrontare uno degli argomenti su cui sei più sicura. Certi libri, nonostante la loro trama semplice, ti pongono di fronte a riflessioni serie, ti mettono nella condizione di non poter ignorare i fatti. E i fatti sono che inevitabilmente, in un triangolo, qualcuno vince e qualcuno perde. O meglio, qualcuno ottiene la principessa e qualcuno resta a macerare nella sofferenza di averla persa. E io, sono contro il tradimento, è qualcosa che non riesco a gestire, che implica una serie di sentimenti negativi che mi lasciano nell’assurda condizione di non capire. Quello che mi ha sorpreso però, è il modo di raccontare della Moon. Di certo non ha la presunzione di fornire risposte chiare ad un annoso dilemma. Di certo non è un libro che ti regala una verità. D’altronde è una romance d’intrattenimento, che racconta si una storia vera, ma pur sempre romanzata, resa appetibile ad un pubblico che pretende un lieto fine. Ed è questo che mi ha sconvolta, nonostante il libro sia quasi solo composto da eventi, eventi che mettono Serena nella posizione di riflettere, sentire, sperimentare, pure non si sviscera ciò che prova la protagonista. Certo è Serena che racconta la sua storia in prima persona, e la racconta dettagliatamente, fornendoci il quadro di un’esistenza ricca e soddisfacente messa in crisi da un incontro. Ma Serena pur tormentandosi con il senso di colpa di un amore che sembra impossibile, pure appare molto distaccata, come se raccontasse dopo aver superato e accettato ogni conseguenza. Non sembra di vivere gli episodi momento per momento, ma li racconta con la freddezza di chi li ha già metabolizzati. L’impeto della passione, è sepolto dal sapere già come andrà a finire. Una serie di ricordi che rende più facile leggere e capire. Serena racconta le sue vittorie lavorative e i suoi incontri amorosi, aprendo le porte della sua mente, e ponendoci di fronte al suo dramma interiore. Inizialmente conosce Christian, un affascinante produttore di vini, che la ammalia con la sua calma, la sua sicurezza, i suoi modi sicuri e che le da la possibilità di costruire un futuro su basi solide, senza alcun dubbio a scoppiare nella sua esistenza velata di certezze. Ma Serena è uno spirito libero, che vuole scoprire ogni lato della vita, sperimentarla nella sua pienezza. Christina è meravigliosamente piantato a terra, deliberatamente concentrato sugli aspetti più frivoli della loro relazione. Ma quello che manca a davvero a Serena è il guizzo di una storia sconvolgente. Il suo amore per Christian è come ritornare al porto dopo una tempesta, ma la donna cerca i dardi sconvolgenti di una burrasca. Ecco che allora compare sulla scena Nicola, un beneducato mascalzone, quelli della peggior specie, che non si lascia di certo frenare dalle maniere impeccabili di Serena, dai suoi abiti raffinati, dalla sua capacità di intavolare una discussione. Nicola fa appello al suo spirito battagliero, al suo lato più selvaggio, imponendole di lasciarsi andare.
E allora il libro ti pone nella condizione di riflettere sui rapporti e su cosa faresti tu in quella situazione. La sicurezza o la passione? Se ti accorgi che quello che provi è amore, ma non è sufficiente per soddisfarti ma non lo realizzi finché non conosci un altro uomo cosa fai? E l’incertezza dei sentimenti dell’altro ti consumano? Come resisti all’impossibilità di essere davvero felice? Quello che frena sempre è la paura. Serena ha paura di rimanere sola e sceglie la strada più semplice, è l’animo umano che ci porta sempre a scegliere l’opzione meno dolorosa. Ma le cose più soddisfacenti sono anche quelle più difficili da ottenere, per cui bisogna lottare di più.
L’ambientazione è molto curata e passa da una Milano glamour e scintillante a una Firenze rassicurante, dalle feste mondane alla calma dell’appartamento di Serena in cui la donna si strugge per due uomini e due destini.