E sì, lo confesso. Sono contro le scuole private religiose per ricchi foraggiate dallo Stato. Sono per un economia libera e di facile accesso e per un welfare forte che passa dagli asili per tutti e dal sussidio di disoccupazione e per il sostegno delle arti. Sono per un Paese che si toglie dal petrolio e passa al metano o all’elettrico ben prodotto. Per un Paese facile. Un Paese che non devasta le coste. Sono per una scuola pubblica che formi e per una meritocrazia maniacale anche nel pubblico, sono per assumere bravi manager per non vendere le aziende pubbliche che non voglio siano un parcheggio per gli amici degli amici. Sono per il contratto unico per tutti. Sono per una giustizia che punisca le responsabilità riabilitando, ma per uno Stato che agisca fin dalla scuola per arginare le derive sociali. Sono per il matrimonio per tutti e per le adozioni più facili (nel senso di corruzione e burocrazia e non di selezione dei buoni genitori) per svuotare gli orfanotrofi. Sono per una politica che si sfila dalle auto e dal cemento e pedonalizza il movimento e riqualifica la bellezza. Sono per città messe al sicuro con luci e pianoforti e non con la polizia. E no, il mio partito non esiste. Non ancora. E questa è la vera tragedia: guardare al mio amato Paese senza trovare una forza politica che lo sappia interpretare come vorrei. Ecco l’ho detto.