Magazine Cultura

Il mio Petrarca Suona il Rock: il Canzoniere Metal di Fabrizio Sassi

Creato il 04 ottobre 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Il mio Petrarca Suona il Rock: il Canzoniere Metal di Fabrizio Sassi

In principio (era il 1993), fu la voce di Fiorello che, dalle emittenti radiofoniche nazionali, diffondeva una versione “leggera” della carducciana San Martino. Poi, tanto per citare un’altra popolare rivisitazione, venne la volta, nel 2005, del rap nostrano di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che da una lettera di Francesco Petrarca (1304-1374) all’amico Guglielmo da Pastrengo, tirò fuori un tormentone-successo da Festivalbar. Stravaganze di un istante che la musica moderna si è concessa con la stessa facilità con cui il pubblico le ha divorate e dimenticate. Eppure, bisogna ammetterlo, può succedere che un classico della letteratura ispiri autenticamente la vita e l’arte di qualcuno fino a diventarne la rappresentazione. Fabrizio Sassi, musicista di Pollegio, è un noto talento sulla strada della consacrazione definitiva, famoso per aver musicato il Canzoniere di Petrarca in chiave rock-metal. La sua Passa la nave è arrivata settima all’edizione 2012 del concorso “Die größten Schweizer Talente”, dell’emittente svizzera Schweizer Fernsehen, e ha riscosso un buon successo di critica, incoraggiandolo a continuare nel singolare progetto. L’idea di portare nel panorama musicale contemporaneo i sonetti del Petrarca nasce nel 2005 quando, nella Svizzera italiana, si formano i Fragmenta. Il frutto di questo progetto è una demo del 2007, Cantando il duol si disacerba, contenente quattro brani: Voi ch’ascoltate, Solo et pensoso, Erano i capei d’oro e Pace non trovo. Dopo un certo tempo e diverse apparizioni, pur non interrompendo l’attività coi Fragmenta, Sassi è alla ricerca di altre sonorità e coinvolge nuovi musicisti. Esce così, nel 2011, il promo Son animali al mondo, sei brani firmati Verde Lauro tra cui, oltre all’omonimo pezzo e al già sperimentato Solo et pensoso, figurano Passa la nave, Giovene donna, A qualunque animale e Questa fenice.

una immagine di dgst fabrizio sassi su Il mio Petrarca Suona il Rock: il Canzoniere Metal di Fabrizio Sassi

Immaginate un concerto d’archi e, all’improvviso, l’irrompere della batteria e delle chitarre elettriche. Immaginate il più angoscioso dei tormenti e poi la repentina risoluzione a non cedere di fronte ai colpi del destino. Nelle composizioni di Sassi si rincorrono note che accompagnano il declino e note che non si rassegnano, tutte perfettamente adagiate su versi che rievocano gli stati d’animo di un Io diviso tra l’aspirazione a una felicità assoluta e la consapevolezza della transitorietà delle gioie terrene. L’abbinamento tra musica moderna e poesia del Trecento si spiega però solo in parte con il desiderio di conciliare due grandi passioni. In realtà il percorso è ben più lungo e prende le mosse dalla riscoperta di un classico per proseguire in una progressiva individuazione di talune corrispondenze tra l’esperienza di vita del poeta e la propria. «Per me – confessa il musicista – Petrarca significa espressività ma anche contenuto. Per me Petrarca è un autore con il pieno controllo sulla scrittura ma anche un essere umano senza controllo sulla vita. A volte un ragazzo, a volte un uomo».

una immagine di fragmenta su Il mio Petrarca Suona il Rock: il Canzoniere Metal di Fabrizio Sassi

Il Canzoniere nasce dal tentativo di risolvere una vicenda travagliata, l’essersi perduto dietro a un vago sogno d’amore. Laura, la donna del Petrarca, fu al tempo stesso una figura concreta e il simbolo dell’amore spirituale, fonte di perfezione morale e di poesia. Ciò che si legge in versi è la lucida confessione dell’ansiosa ricerca di un significato della vita, del perché del contrasto tra finito e infinito. Sassi coglie questo aspetto che diviene per lui un invito discreto ad “aprirsi” ma volutamente tace sui dettagli di tali somiglianze. Il suo desiderio non è mettere il pubblico al corrente di particolari riservati. Egli vuole, attraverso un linguaggio moderno, girargli l’invito esortandolo a trovare in quei versi una qualche risonanza con la propria vita e a gustare quei frammenti legati armonicamente tra di loro. Laura diviene così il simbolo dell’amore assoluto che incarna qualunque cosa per la quale si decida di spendere la propria vita, venendone o meno ripagati. Laura è la famiglia, la casa, la musica, la poesia, il proprio lavoro, il proprio partner, qualunque cosa. Laura è la passione che ogni giorno spinge i nostri passi verso la compiutezza, non il senso di una generica esistenza ma quello di ogni singola realtà. Fabrizio Sassi l’ha incontrata e cantata al ritmo impetuoso del suo rock. Quale, ora, la nostra personale interpretazione?


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :