Il mio quattrozampe e io - Elvis , Dorina e Piera

Creato il 16 luglio 2014 da Bradipo

Elvis

 Nuova puntata de Il quattrozampe e io: stavolta è il turno di The Obsidian Mirror ( blog da visitare obbligatoriamente e che ve lo dico a fare).
In realtà questa intervista ha radici un po' lunghette perché il primo contatto risale alla fine di giugno ma allora non era stato possibile concretizzare ulteriormente il discorso perché il nostro interlocutore era appena partito per le ferie .
Il solito tempismo del bradipo.
Lo ritroviamo quindi abbronzato, e carico , pronto ad affrontare il ritorno alle attività
normali.
1) Allora veniamo a noi. Per prima cosa presentati, presenta il tuo blog e presenta soprattutto i
tuoi amici a quattrozampe...

Ringrazio innanzitutto il Bradipo per avermi concesso questo spazio dove cercherò di raccontarvi The

Dorina



Obsidian Mirror, magari solo occasionalmente, magari (lo spero) un po’ più assiduamente. Trovare una definizione per il mio blog è già una domanda che mi mette in difficoltà. The Obsidian Mirror è semplicemente un “contenitore di tutto e di niente”, uno spazio in cui raccolgo le mie cose, quelle a cui sono più affezionato, e ne parlo nella speranza di poter condividere con qualcuno i miei interessi. Non è un blog monotematico, uno di quelli dove si parla solo di libri o solo di film. Non è nemmeno un blogdove si parla di sport o di attualità. È forse più un diario di viaggio un po’ anomalo. Mi è piaciuto un

Piera

film? Ne parlo. Mi è piaciuto un libro? Ne parlo. Non c’è alcuno spazio per ciò che non mi è piaciuto. Ma non ci sono solo recensioni. Spesso alcuni argomenti vengono affrontati in maniera molto più articolata, fino a occupare il blog per settimane o mesi. Non seguo nemmeno mode e tendenze. Anzi, alla mia età è molto più facile per me pescare nel passato e riproporre qualcosa di cui ormai non si parla più.
qualcosa di me e, soprattutto, dei miei quattrozampe. Credo che molti (beh, molti forse no, diciamo alcuni) lettori del Bradipo abbiano già avuto l’occasione di visitare il mio blog,
Nei miei primi 47 di vita ho sempre amato condividere i miei tempi e miei spazi con gli animali. Conto naturalmente di farlo anche per i prossimi 47 e magari anche per i successivi. Statisticamente sono i gatti le creature che finora sono state più abili a trovare un posto nella mia vita (anche se, in un remoto passato, ho ospitato svariati criceti, conigli nani e tartarughe) ed è proprio di alcuni dei miei piccoli felini che vi parlerò oggi, sperando di non farvi annoiare. Vediamo un po’… se dovessi parlare di tutti probabilmente non basterebbe un’enciclopedia per cui mi limiterò a raccontare di quei gatti che fanno parte (o hanno fatto parte) della mia nuova famiglia, quella che ho messo in piedi una decina scarsa di anni fa con Simona, la mia compagna, la quale naturalmente condivide in pieno la mia passione per quei piccoli imbrogliagomitoli.Ma parlare di gatti è quasi impossibile senza citare almeno solo per poche righe il vecchio e caro Elvis, scomparso nel fiore degli anni solo un paio di anni fa. Elvis ha lasciato un vuoto incolmabile e ancora oggi non passa giorno in cui almeno un piccolo pensiero non gli sia dedicato. Elvis ha vissuto una vita breve e sfortunata: abbandonato in un gattile e da noi raccolto, ci ha fatto compagnia per soli quattro anni prima che i suoi reni malati avessero ragione della sua ineguagliabile voglia di http://insidetheobsidianmirror.blogspot.it/2012/01/ciao-patato.html) riassume il nostro rapporto, il secondo è invece una “lettera postuma di un micio al suo veterinario” (questo: http://insidetheobsidianmirror.blogspot.it/2012/01/rendo-grazie.html). Eh già perché Elvis, come d’altra parte tutti i miei mici, ha sempre avuto un rapporto di amore e odio con il suo veterinario (categoria che, poverino, Elvis è stato costretto a frequentare più di quanto avrebbe voluto). Scrissi quella “lettera” e ne feci avere una copia allo studio veterinario di Elvis. Solo dopo mesi di cortese silenzio, il dottore un giorno ci disse: “Non dovrei dirvelo, visto che Elvis mi aveva chiesto di non farlo, ma quel messaggio ci ha commossi tutti profondamente qui in studio”. E giù di nuovo a piangere tutti senza ritegno, sia noi che lui.
vivere. Oggi il corpicino di Elvis riposa nel giardino di casa, quello stesso giardino in cui amava crogiolarsi al sole nei pomeriggi d’estate, ma la sua anima ancora impregna e avvolge le stanze nelle quali la nostra storia d’amore è nata ed è cresciuta. Nei giorni successivi alla sua partenza avevo scritto due post sul blog, due post che ancora oggi, quando mi viene voglia di rileggerli, fatico a trattenere le lacrime. Il primo (questo: Ma ora basta parlare di cose tristi. È giunto il momento di parlare al presente e lo faccio introducendo a tutti voi la bellissima DORINA, una gatta siamese che è entrata a far parte della famiglia più o meno quattro anni fa. Noi in realtà non stavamo cercando un secondo gatto all’epoca ma la Dori è stata talmente convincente che ci ha
costretti alla resa senza condizioni. Era una domenica pomeriggio d’inizio novembre e ricordo che io e Simona ce ne stavamo tranquillamente spaparanzati sul divano a riposare le nostre stanche membra quando, all’improvviso, la nostra attenzione venne attirata da una macchia marrone che si era materializzata sul terrazzo di casa. Voltammo lo sguardo e vedemmo questo piccolo esserino di pochi mesi letteralmente aggrappato con tutte e quattro le zampe alla nostra zanzariera. Un po’ preoccupati per la sorte di quest’ultima, un po’ accecati da tanto splendore, non potemmo far altro che aprire la zanzariera. Come un fulmine al ciel sereno la miciosa sconosciuta si precipitò all’interno abbaiando come una forsennata. Oggi sappiamo che stava dicendo qualcosa del tipo: “Ok gente, questa d’ora in avanti è casa mia. Non vi libererete mai più di me”. Ed in effetti così è stato. Quella stessa notte Dorina già ronfava beatamente nel letto matrimoniale, mentre il povero Elvis, scocciato e offeso, dovette traslocare (ma solo per pochi giorni) sul divano. Elvis ci tenne il muso solo per un paio di giorni poi riprese rapidamente possesso dei suoi spazi, primo tra tutti il letto matrimoniale nel quale passava notti intere infilato a crogiolare sotto le lenzuola, incurante
dell’occasionale aerofagia del sottoscritto genitore. Dorina oggi è indiscutibilmente la padrona assoluta della casa. Non esiste un angolo che non sia suo. Non si fa nulla senza il suo consenso. Noi “umani” viviamo ormai prigionieri dei suoi capricci che, non vi sorprenderà saperlo, sono davvero tanti. A lei per esempio non piace mangiare a terra nella ciotola: preferisce di gran lunga un piatto di ceramica posto in posizione elevata (sopra la cucina). Tra le sue tante caratteristiche ci sono le continue marachelle con cui si diverte a stuzzicare la pazienza dei genitori: quando si apre un armadio lei ci si fionda subito dentro. Non importa quanto distante lei sia: in una frazione di secondo lei è lì che sguazza tra lenzuola e federe. Si diverte un mondo a camminare avanti e indietro sul computer mentre io sto scrivendo,
contribuendo efficacemente alla stesura dei miei post (anche se i tasti che pigia con le sue zampine non sono sempre i più opportuni). Proprio in questo momento, mentre io sto scrivendo, è qui accanto a me che sonnecchia, ogni tanto alza lo sguardo e mi osserva. Mi coglie un brivido, poi si volta dall’altra
parte, si fa un po’ di toeletta, e torna a ronfare. Crescendo sta diventando una micia decisamente più “a modo” anche se non rinuncia a smontarmi continuamente lo zoccolino in basso della cucina, che ormai abbiamo rinunciato a poter vedere integro. Come tutti i siamesi la Dori cerca costantemente di essere al centro dell’attenzione, non ama stare da sola né accetta di essere ignorata. Diciamo che il suo legame con noi è quasi morboso, esige attenzioni continue, è una rompiballe gelosa e possessiva. A letto preferisce “macignare” sua madre, la quale la mattina si alza invariabilmente con le ossa rotte. Fuori dal letto ama seguire suo padre ovunque, senza concedergli tregua nemmeno quando quest’ultimo sta esplicando sul water le sue attività mattutine. Lo segue costantemente, camminando “al piede” come un cane ben addestrato. Quando suo padre esce sul terrazzo, lei esce, quando il padre rientra lei rientra. Sembra
quasi che ci sia una corda invisibile che ci lega e ci impedisce di allontanarci troppo. Come tutti i siamesi la Dori è anche in grado di articolare la voce nei modi più incredibili (quando più sopra ho scritto “abbaiare” non stavo scherzando): sa imitare alla perfezione il verso del cane, della papera e della rana. Praticamente è un fenomeno. Il suo rapporto con Elvis è sempre stato ottimo. Credo che ciò era più che altro dovuto all’estrema generosità del fratello, che l’aveva accettata praticamente da subito e le aveva insegnato (senza tuttavia grande successo) ciò che era permesso e ciò che era vietato fare in casa. Le aveva insegnato ahimè anche le cose più disdicevoli, tipo spargere la sabbia ovunque dopo i bisogni, ma di questo ci eravamo ormai da tempo rassegnati.
Un bel giorno poi è arrivata la PIERA. Elvis se ne era andato da circa un mese e anche la Dori, come noi, dava l’impressione di soffrire della sua mancanza. Così ci siamo fatti coraggio e, nonostante ci sembrasse brutto sostituire così presto Elvis con un altro gatto, decidemmo che forse era meglio regalare una casa ad un altro micio sfortunato. La Piera era una trovatella, abbandonata da chissà qualche mascalzone in un prato della periferia della città. Fu attraverso il nostro veterinario che
incontrammo la ragazza che lo aveva raccolto e che disperatamente cercava di trovargli una casa (lei, la ragazza, viveva in un monolocale con un cane gigantesco e la povera Piera non poteva far altro che passare tutto il tempo nascosta sotto un armadio). E fu così che anche la Piera fece il suo ingresso trionfale in famiglia. Beh, trionfale per la verità proprio no. Era talmente terrorizzata che ci mise delle settimane prima di metter il naso fuori dal rifugio che si era scelto: un posto impossibile dietro un calorifero. Le prime notti la ascoltavamo piangere, impotenti. Sarebbe stata mai felice con noi, ci chiedevamo? Ma non ci siamo mai persi d’animo e, un piccolo passo alla volta, oggi possiamo finalmente dire che la Piera ha accettato la sua nuova casa e i suoi nuovi genitori. Il percorso non è ancora del tutto completato, però. Il suo affetto nei nostri confronti è sempre minacciato dalla sua paura atavica che le si faccia del male. Ancora oggi, quando la accarezziamo, sulle prime scatta sull’attenti, come per reagire ad un nemico, poi si tranquillizza e per un po’ si lascia spalpottare (non troppo però, perché dopo un po’ si scoccia). Come per Elvis, anche la salute della Piera non è tra i suoi punti forti. La piccolina soffre di una rinotracheite cronica che la costringe a respirare emettendo dei
suoni incredibili. Noi la prendiamo un po’ in giro dicendo che c’è Darth Fener che si aggira per casa ma, in cuor nostro, sappiamo che un giorno tutto ciò potrebbe divenire un problema serio per la nostra bambina. Anche le sue zampine posteriori sono un po’ sofferenti, essendo un po’ storte e a causa di ciò lei ha spesso difficoltà a mantenere l’equilibrio. Per sostenersi meglio si aiuta con la testa che, spesso e volentieri, usa per puntellarsi qua e là, come quando vuole le carezze: si struscia con la testa su di te e inevitabilmente si ritrova con la testa a terra e il sedere per aria. Ma è così carina quando lo fa che non possiamo fare a meno di sorridere, sebbene ci dispiaccia vedere quanto sfortune possano concentrarsi tutte insieme in un piccolo esserino indifeso. Ma nonostante tutti i suoi mali la Piera è una grande gatta! Sempre pronta alla battaglia, è in grado di tenere testa alle provocazione della più scaltra Dorina nella maggior parte dei casi. Grande avventuriera, la Piera ama la vita all’aria aperta e, adesso che ha capito che in giardino non ci sono pericoli, non disdegna di trascorrere qualche ora fingendo di essere una leonessa nella savana. Pacifica e prevalentemente sonnacchiosa, la Piera è anche una gran buona forchetta: ama tutto ciò che è commestibile e si getta sulla ciotola, aspirandone il contenuto in pochi attimi come se non ci fosse un domani. Inutile dire che il suo girovita non è dei più sottili… Solo nelle ultime settimane, dopo oltre due anni di convivenza, la
Piera ha deciso che è giunto il momento di muovere i primi passi verso il suo obiettivo principale, vale a dire il letto matrimoniale. L’ostacolo principale, va detto, è sempre stato la gelosia della Dorina che proprio non ne vuole sapere di dividere il talamo nuziale con la sorella. Proprio ieri però, per la prima volta, la Piera è riuscita a trascorrere la sua prima notte accanto a sua madre. La vicinanza del papà ancora la mette in ansia ma io non desisto: forse tra qualche anno riuscirò a tirarmela sotto le lenzuola. Lo spero proprio.
2) Ho letto quello che hai scritto di Elvis: lasciami dire che un attaccamento così profondo
al proprio quattrozampe è qualcosa che mi commuove: che cosa aveva Elvis che lo
rendeva così speciale?

Elvis, nonostante sia stato malato praticamente per tutta la vita, aveva un istinto vitale
incredibile. Fino all’ultimo voleva vivere e stare con noi. Era anche molto affettuoso, al
limite del patologico: praticamente una cozza. La sua occupazione preferita era stare
sdraiato su di me o su Simona o, se ciò non era possibile, incollato al nostro fianco, giorno
e notte. Credo che la sua fosse in parte paura della solitudine, infatti si attaccava a
chiunque: ai nostri amici, agli ospiti, insomma a chiunque varcasse la soglia di casa
nostra. Ricordo che, qualche anno fa, quando ci cambiarono la lavatrice, i facchini
dovettero portare quella nuova in bagno con Elvis seduto sopra tutto allegro... Dicevamo
sempre che se fossero venuti i ladri lui sarebbe andato a strusciarsi anche su di loro. Si
“prostituiva” per una carezza... Ma soprattutto Elvis era speciale perché era lui, con quel
modo tutto suo di miagolare, lo sguardo patetico, la sua lentezza esasperante nel fare
qualsiasi cosa, il modo in cui si piazzava davanti alla zanzariera per farsi aprire e poi non
si muoveva, insomma tutto.
3) E che cosa hanno di speciale Dorina e Piera, arriveranno a essere speciali come Elvis ?

Loro sono già speciali! I gatti sono come le persone: ognuno ha la sua personalità e non
ha senso cercare tracce di un gatto in un altro… con pochissimo sforzo si trova un nuovo
mondo da esplorare in ciascuno di loro, anche se magari ci vuole un po’ di tempo.
Finché c’era Elvis, la Dori viveva la maggior parte del suo tempo in giardino a caccia di
farfalle, e non sembrava avere molto bisogno di compagnia o di affetto. Da quando però il
fratello non c’è più, è diventata anche lei super affettuosa e, anche se non rinuncia alla
sua attività di predatrice, passa molto più tempo con noi. Non fa altro che correre di qua e
di là e parlare a modo suo, emettendo i suoni più strani, e spingerti accanto una delle sue
palline di gomma per vedere se gliela rilanci… e poi sua caratteristica è “fare l’orso”,
ovvero aspettarti con una zampa alzata e, non appena avvicini la mano, alzarsi sulle
zampe posteriori per strusciarci la testa. Insomma tiene tanta compagnia, salvo rintanarsi
sotto la cucina al minimo rumore. Nelle notti d’estate adora starsene in giardino o sul
terrazzo, ma non disdegna mai una bella ronfata tra i suoi due genitori. Insomma è
diventata una coccolona.
La Pierina, invece, ha un carattere più riservato ed è anche molto più paurosa della Dori (il
che è tutto un dire), ma a modo suo è affettuosa anche lei. Non so quale sia il suo
passato, ma a volte quando la sento tremare sotto le dita mi dico che a un certo punto
dev’esserle successo qualcosa che ha cambiato la sua personalità rendendola diffidente
verso il genere umano, perché l’istinto mi dice che lei potenzialmente è un “gatto da letto”.
Insomma, lei è tutta un “vorrei ma non posso”. È poi è buffa (e un po’ fessa). Come dicevo
prima, quando vuole le coccole si puntella con la testa su di te e, siccome non ha molto
senso dell’equilibrio, te la ritrovi praticamente sdraiata sulle zampe davanti con il sedere
per aria! E poi quando fa degli sforzi o si innervosisce fa ancora più rumore quando
respira, praticamente è una locomotiva: ti accorgi che crogiola solo perché al tatto la senti
vibrare. Magari non tutti direbbero così, ma io la trovo simpatica.
4) Che cosa pensi di quelle persone che , una volta perduto il proprio animale, non se ne
vogliono fare un altro per la paura di soffrire troppo?

Da un lato le capisco, perché è un’esperienza terribile. Dall’altra è un peccato non dare
un’opportunità ad uno dei tanti poveri animali senza casa che ci sono in giro. Ma
soprattutto penso che sia peggio per quelle stesse persone che rinunciano ad un nuovo
animale, perché si privano della possibilità di essere ancora felici (perché una cosa è
certa: avere un animale in casa mette tanta allegria).
5) Ci si abitua all'idea della separazione dal proprio quattrozampe?

No, non ci si abitua, diciamo che ci si rassegna pensando che lo stesso destino accomuna
anche noi: tutti muoiono. Se c’è un difetto che hanno gli animali è che vivono molto meno
di noi. Ecco, se non altro i proprietari di gatti sono più fortunati dei proprietari di cani,
perché i gatti generalmente vivono un po’ più a lungo (poi dipende da caso a caso,
ovviamente: il mio Elvis è vissuto soltanto 8 anni). Comunque, restano tanti ricordi e la
consapevolezza di aver dato una casa a un animale che altrimenti sarebbe vissuto per
strada o in un gattile/canile. Come con le persone, anche se l’amarezza rimane, dopo un
po’ si tende a ricordare solo le cose belle, o meglio anche quelle sgradevoli acquistano un
nuovo sapore: io ora ricordo con piacere anche le “pisciatine aeree” di Elvis…
6) Da cosa nasce il tuo/vostro amore per i gatti?

Il gatto, rispetto al cane che è naturalmente più estroverso, mi ha sempre trasmesso una
sorta di timore riverenziale: ti dà sempre l’impressione che tu debba riconquistarlo ogni
giorno, ti stimola ad essere migliore. Ricordo che le prime volte che ne vidi uno, da
bambino, mi spaventavo per via dei suoni che emetteva e mi tiravo indietro. Quando infine
mi hanno spiegato il significato del crogiolio, ho provato una felicità immensa: se un gatto
crogiolava voleva dire che gli piacevo, che apprezzava le mie carezze. È stata una
rivelazione: da quel momento in poi far crogiolare un gatto ha cominciato a piacermi e allo
stesso tempo mi inorgogliva, eheheh. Amo il fatto che siano così indipendenti e allo stesso
tempo che sappiano stringere un rapporto così stretto con te, al punto che si intristiscono
quando non ti vedono per un po’: non è vero che al gatto importa solo della casa.
7) Avete preso con voi tutti trovatelli e già questa cosa è degna della massima
ammirazione: che cosa proporresti contro la piaga dell'abbandono di animali?

Intanto, magari vado contro corrente, ma credo che la radice del problema stia molto più a
monte di quello che si crede. A chi possiede un animale dico che è necessario pensare
subito alla sterilizzazione, perlomeno nei centri urbani, perché le città sono fatte a misura
d’uomo e non d’animale. È inutile far continuamente figliare il proprio cane o gatto se poi
non si intende tenere con sé i cuccioli: pensare di riuscire poi a piazzarli tutti, e soprattutto
a persone decenti, è pura utopia.
Penso che bisognerebbe premiare coloro che decidono di occuparsi di un animale con
sgravi fiscali un po’ più consistenti (non solo per le spese veterinarie) e rendendo la vita
facile a quelli che decidono di portare con sé in vacanza il proprio animale. Poi, sarebbe
bello se l’amministrazione pubblica desse il buon esempio, facendo adottare un animale
abbandonato da ogni ufficio pubblico, ospizio o ospedale. Sono un ingenuo??
8) Non sei un ingenuo, sei un sognatore.Che cosa vi piace di più e cosa di meno del tuo veterinario?
Onestamente non ho appunti da fare al mio veterinario: è competente, sempre disponibile
e molto gentile. Ma la domanda bisognerebbe girarla alla Dori e alla Piera, che sono
quelle il cui culetto viene continuamente trafitto da siringhe e termometri…
Generalmente parlando, credo che un ottimo veterinario si distingua dagli altri nel
momento del Tanax (e tu sai cosa intendo). Il veterinario in gamba, in sostanza, deve
essere bravo a gestire il dolore non solo di chi se ne va. Purtroppo ho dovuto affrontare tre
volte nella mia vita quella terribile esperienza e in un’occasione, beh, hai capito…
9) Per quanto mi riguarda è un momento terribile, non lo vorrei mai fare ma alle volte sono costretto, proprio quando è necessario alleviare le sofferenze di un povero animale che non può esprimersi.Un sogno nel cassetto che non avete mai realizzato.

Ci piacerebbe aprire un Neko Café! L’idea, a dire il vero, l’abbiamo già da un paio d’anni,
ovvero da quando siamo stati in vacanza in Giappone e ne abbiamo visitato uno in quel di
Tokyo: devo avere ancora da qualche parte la fidelity card che mi hanno rilasciato… Purtroppo al momento non ci sono i presupposti (anche economici) per realizzare questo
sogno, ma un giorno chissà, magari trovando un socio…
10) E' il turno della domanda marzulliana : se i vostri gatti fossero una canzone, un film o
un libro?

La Dori: Singin’ in the rain (la canzone) oppure Arnold (una ne pensa, cento ne fa)
La Piera: Io speriamo che me la cavo (il film o il libro, fai tu) oppure Sleeping Beauty (il
film, la fiaba…)
Elvis: lui era più un personaggio kafkiano….
11) E se fossero un personaggio televisivo, letterario o cinematografico?

Sulla Pierina non ho dubbi: è Darth Fener in forma felina. Lo so, lo so, non è bello dirlo,
ma il richiamo è evidente… Allo stesso tempo mi ricorda Totoro, non solo per la forma, ma
anche per le espressioni.
Lei e la Dori insieme invece le potrei paragonare a Topolino e Pippo, oppure a Stanlio e
Ollio: a voi capire chi è chi…
Elvis, poverino, lui è sempre stato un Paolino Paperino, uno Charlot… ma se vogliamo
giudicare solo dall’aspetto direi che era decisamente Kung Fu Panda.
12 )Varie ed eventuali: titoli di coda. Puoi dire tutto quello che vuoi a chi sta leggendo
questa intervista....

Cosa mi rimane da dire? Io sono uno di quelli che quando deve far fare il richiamo della
vaccinazione ai gatti dice che deve fargli “il tagliando”. Ho ben presente la differenza tra un
gatto e una macchina, ma la definizione è troppo divertente. OK, scherzo, chiedo venia ;)
Comunque, visto che siamo in chiusura non posso non menzionare i “mici fuori”. Dovete
sapere che il nostro “parco mici” non comprende solo la Dori e la Piera, ma anche diversi
randagi che puntualmente bazzicano il nostro terrazzo e il nostro giardino: due di loro
(Gustavo e Attila) sono assidui, e ormai quando andiamo in ferie diamo istruzioni perché,
oltre alle nostre micie, la persona che se ne occupa possa elargire crocchette anche a
loro. Gustavo praticamente vive sul nostro terrazzo. Abbiamo anche tentato di tirarlo
dentro in passato ma, ahimè, lui preferisce nettamente la libertà. Poi ce ne sono altri che
vanno e vengono, a seconda del periodo… Praticamente, quando siamo in casa non
facciamo altro che distribuire cibo: i mici, inclusi quelli fuori, hanno gusti ben precisi e
bisogna stare attenti a dare a ognuno quello che gli piace, altrimenti sono capaci di
piantare lì tutto e andarsi a cercare un “ristorante” migliore. Ovviamente i mici si odiano tra
loro e dobbiamo spesso intervenire per sedare zuffe e quant’altro. Anche se spesso ce ne
lamentiamo, in fondo in fondo ci divertiamo, ci sentiamo parte di una famiglia allargata. Ma
credo che chiunque abbia degli animali, anche fosse uno solo, provi la stessa cosa.
E a te, Bradipo, grazie ancora per l’ospitalità. È stato divertente rispondere alle tue
domande!
Grazie a te, è stato veramente interessante leggere le tue risposte.
Ricordo che è possibile sempre iscriversi alle interviste de Il quattrozampe e io, potete farlo semplicemente commentando qui oppure qui.
Forza su, non vi fate pregare!.
Calendario alla mano la prossima a passare tra le mie grinfie di bradipo sarà la "delicatamente perfida" Ester Moidil.
Per oggi è tutto.
Alla prossima settimana!

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