Il mio regalo se tu, Sarah Spinazzola

Creato il 03 marzo 2013 da Altovolume
E' che certi padri se non ci sono un perché c'è.
Mi piace osservare come si muovono le persone, cosa si sono messe addosso, domandarmi che tipi sono, che lavoro fanno, se il signore che è appena uscito da quel portone è gentile oppure no. Insomma, interessarmi di tutte quelle cose curiose che facciamo continuamente. (cit. p.34)

Il mio regalo sei tu, Sarah Spinazzola, Marcos y Marcos, 2012


Di cosa parla
Sarah ha 18 anni e la prima volta che vede suo padre è in tv. Succede come se niente fosse: tu cerchi tuo padre tutta la vita e lui è lì, nella tua televisione, a condurre il telegiornale. Sarah non è priva d'iniziativa: si alza chiama lo studio, si fa passare il padre e lui, come se fosse la cosa più naturale del mondo parlare con una figlia che non vedi da quasi 20 anni, le dice di vedersi.E' così che per Sarah inizia l'avventura chiamata Gian, cinquantenne egocentrico, immaturo, volubile come un tredicenne. Questo è il libro d'esordio di Sarah Spinazzola, ventinovenne.
E' una storia insolita quella raccontata dalla Spinazzola. Si parla dell'assenza di un padre attraverso la sua prepotente entrata in scena.
Lidia ha 18 anni, è una ragazza ingenua, inesperta del mondo, un po' imbranata negli affetti e nella vita. Quando vede suo padre in tv per la prima volta si precipita a chiamarlo, ansiosa di un contatto. La vita a volte è talmente imprevedibile che ci dà esattamente quello che vogliamo: Gian le dice di vedersi, tranquillo, come se niente fosse.
Lidia non è ancora matura, si lascia trascinare dai suoi desideri di bambina, cerca l'affetto del padre attraverso l'unica forma che conoscono i bambini: assecondandolo. Gian dice, propone, fa, Lidia ascolta, esegue, appoggia.
Lidia è un personaggio che non riesco a definire debole, perché sa esattamente quello che vuole, l'affetto di Gian, ma piuttosto direi che è il perfetto esempio di come ottenere quello che vogliamo ci rende così docili, accondiscendenti, ansiosi all'idea di perdere la nostra piccola conquista.
Questa è una storia che parla dell'assenza di un padre, ma anche della forza di certe madri. E pure in questo caso la Spinazzola ci parla della madre di Lidia non parlando di lei, ma limitandosi a presentare Lidia a tutto tondo: ragazza un po' sprovveduta e ingenua ma allo stesso tempo decisa, sveglia. Capisci che una così alle spalle non può che avere una madre tenace, forte.

Sarah Spinazzola

Il libro mi è piaciuto in generale, però devo dire che mi aspettavo di più.
Ho letto in giro che uno dei pregi attribuitigli è la velocità con cui si legge dato lo stile semplice.
A me questo stile finto-sgrammaticato di solito piace, però in questo caso l'ho trovato eccessivo in certe parti, tanto che ho saltato a piè pari certe ripetizioni pensate: troppo pesante.
Mi lascia poi sempre disorientata il fatto che i libri italiani di oggi siano fatti di capitoli sempre più brevi, 2 facciate ad esempio. Ma cosa puoi dire in 2 facciate? Solo qualche pensiero. La storia diventa così troppo frammentata, spezzata, e m'infastidisce.
Inoltre la storia è tutta dal punto di vista di Lidia. Ho trovato stancante stare sempre nella testa di questa ragazzina ingenua, che parla con le sue"stelline"; magari a qualcuno questo espediente narrativo piace, ma per me è un po' imbarazzante, l'ho trovato poco credibile e un po' forzato.
In sostanza ho trovato il libro piacevole, ma non mi ha entusiasmata granché. Sono un po' delusa perché avevo sentito dire un gran bene, invece è solo carino, sicuramente un buon esordio, la storia è originale.
Mi aspettavo qualcosa di simile a Sofia si veste di nero, che era ben costruito nel suo piccolo, invece Il mio regalo sei tu rimane un po' indietro.
Lo consiglierei a chi riesce a identificarsi con Lidia, timida, ingenua, sognatrice, e a chi ama quel modo di scrivere un po' strano, dove le stelline cui si rivolge continuamente siamo noi lettori, forse. 

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