Il mio regno per un fumetto: leggere per immagini fa bene all’immaginazione

Creato il 15 settembre 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti

In un’intervista  rilasciata a Le Soir in luglio, la romanziera belga Amélie Nothomb dichiara che è stato un fumetto di Tintin a scatenare la sua precoce passione per la lettura.

Ho imparato a leggere con Tintin, prima dei tre anni. Era con “Tintin in America”. Mi ricorderò sempre del momento in cui, di colpo, quelle cose oscure mi sono diventate leggibili. È precisamente nel momento in cui la mucca esce dall’officina attraverso in rubinetto. Molte persone imparano a leggere da sole. È un mistero. Sì, si vedono tutti quei segni che finiscono per formare un tutto coerente. E d’improvviso si capisce che sì, si può leggere quel tutto. Ed era con Tintin. Sono una vera belga!

Sorvoliamo sulla credibilità o meno dell’aver appreso a leggere da sola e prima dei tre anni, e del ricordare con precisione il momento: è senz’altro vero che la palestra di lettura preferita da  bambini e ragazzi è il fumetto. Io stessa (e vi prego di evitare inutili allusioni alla mia età) conservo con affetto i miei libri con le avventure di Braccio di Ferro e del signor Bonaventura.

Libri, preciso, e non giornaletti, perché quelli -da Topolino (molto poco amato, in verità), Mandrake o Zagor, fino ad arrivare ai fantasmagorici fumetti di Magnus e Max Bunker (Alan Ford)- mi son passati fra le mani solo qualche anno dopo, quando ero già una lettrice più che accanita: un complemento ai libri, quindi, non un luogo di iniziazione.

Perché scegliere un fumetto per un approccio alla lettura? È presto detto: l’invitante mélange di disegno e racconto permette anche al lettore meno abile di comprendere e seguire la storia con rapidità e senza eccessiva fatica, mentre l’immagine chiarisce il contesto e il senso della frase scritta. E ancora: la letteratura grafica non si riduce solo alle “figure”, e usando il discorso diretto permette di distinguere le voci dei diversi protagonisti e dettaglia in breve peculiarità di personaggi e di situazioni.

Ma la miglior difesa –ammesso che i fumetti ne abbiano bisogno- di questi catalizzatori dell’immaginazione nei bambini si legge nelle parole di Rodari :

Nel fumetto l’azione può cominciare nella prima vignetta e concludersi nella successiva saltando tutti i passaggi intermedi. Il personaggio che nella prima stava baldanzosamente a cavallo, nella seconda è finito nella polvere: la caduta vera e propria è tutta da immaginare. Di un certo gesto è visibile l’effetto finale, ma non lo svolgimento. Gli oggetti si presentano in una disposizione mutata: bisogna immaginare il percorso compiuto da ciascuno di loro dalla disposizione primitiva alla nuova. Tutto questo lavoro è affidato alla mente del lettore. [La grammatica della fantasia-Il bambino che legge i fumetti]

Nonostante questo non sono molte le case editrici che pubblicano storie a fumetti (seppure sotto la nuova veste di graphic novel) dedicate a lettori “inesperti”, quindi mi fa piacere segnalarle e ricevere magari segnalazioni di altre a me sconosciute.

Splendida, e pluripremiata per aver colmato una lacuna del mercato fumettistico italiano realizzando un’intera collana appositamente dedicata al pubblico più giovane, la collana Tipitondi di Tunué, che propone grandi classici –Le avventure di Tom Sawyer, Il Giro del mondo in 80 giorni- ma anche nuovissimi personaggi come Giulia de La notte dei giocattoli, creata dalla penna di Dacia Maraini, o le principesse anticonformiste de La principessa che amava i film horror, uscito quest’anno.

La Panini Comics ha inaugurato in agosto la collana Novellini con un’opera di Chris Eliopoulos, Cowboy. La collana –a cadenza mensile- comprenderà storie a fumetti con contenuti molto diversi tra loro e che hanno come protagonisti bambini avventurosi, animali supereroici e draghi depressi: in autunno saranno pubblicati Gli scacciaincubi di Vivianne Schwartz, e i primi due volumi de I Diari di Cerise, una serie francese che si è aggiudicata il Gran Premio di Angoulême 2014 come miglior serie per bambini.

Sono gli stessi topi a spiegare proprio con un fumetto sulla pagina della casa editrice Topipittori il senso della collana Gli anni in tasca graphics

…sono autobiografie di infanzia e adolescenza, ma questa volta per parola e immagine. [...] il fumetto ha molto da dare in questo ambito. E non può che arricchire la varietà delle voci e dei punti di vista, che è il punto forte, il motore di questa collana, fin dal principio.

Sono libri divertenti, che parlano di infanzia con voci infantili e sbarazzine, come quella de Il magnifico Lavativo, di Tuono Pettinato, pseudonimo del fumettista Andrea Paggiaro, che ripropone i suoi ricordi di infanzia nelle vesti di un ragazzino poco inquadrato e molto creativo.

Ultimo suggerimento, benché sia un caso a parte, è Alma Edizioni, che non si rivolge necessariamente ai bambini: con L’italiano con i fumetti, propone infatti una bella collana di graphic novel graduate in vari livelli per stranieri che vogliano approfondire la conoscenza della nostra lingua traducendo in immagini Rigoletto o Il mistero di Casanova. Ogni storia è associata ad attività didattiche e a una versione animata online doppiata da attori professionisti e accompagnata da musiche ed effetti sonori.

Insomma, se abbiamo bambini recalcitranti alla lettura, stimoliamo la loro naturale curiosità proponendo loro dei fumetti, non dico che diventeranno tutti come Amélie Nothomb (il che non sarebbe necessariamente un male), ma se non altro non vedranno la lettura come un obbligo, una fatica o una gran noia.


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