Il mio regno per un Natale senza piedi pestati

Creato il 09 dicembre 2010 da Elettra


(o anche Pugliesi tornatevene a casa*)
Puntuale come i soldi scalati della promozione wind per chiacchierare con il fidanzato è arrivata anche quest’anno l’atmosferanatalizia che al suo interno può annoverare luci, gioia, shopping insensato, deliri di massa.
Ora, non perché io voglia iniziare uno di quei discorsi del tipo “Altrove è meglio, signora mia” ma venite a viverla a Napoli, al centro storico, tra San Biagio, San Gregorio Armeno, Tribunali per esempio, questa atmosferanatalizia.
Bene, immaginate la confusione tipica del 24 dicembre prima del cenone, chiudete gli occhi e provate a pensare come possa essere vivere per un mese nel cuore di quella confusione, a Napoli per giunta, in tre strade larghe più o meno quattro metri e che nonostante ciò, rappresentano da secoli le arterie principali della città (cardini e decumani e tutta una storia da geografia urbana che non stiamo qui a raccontare).
Immaginate poi che la vostra casa sia situata in una strada, certamente più larga, ma che si chiama “Duomo” e che, sventura suprema per tutto l’anno, sia famosa non solo per il duomo, da cui il nome, ma per i numerosissimi negozi di abiti da sposa. A prezzi competivi e di dubbio gusto.
Infine immaginate quanto sia vicina la Puglia alla Campania e quanto ad essa sia collegata da un’autostrada ventosa ma ben fatta. Immaginate queste frotte di pugliesi che si aggirano in gruppo, sotto braccio l’uno dell’altro, con buste di: dolci, presepi, fuffaglieria, vestiti e borse false. Immaginateli gridare, non parlare proprio gridare, nel loro idioma (che la sottoscritta conosce abbastanza bene per trascorsi passati) tutto ciò che il loro cervello partorisce in quel momento (esclamazioni di stupore, richiami di persone sfuggite al gruppo) e immaginate di dover percorrere a passo lento come il loro, le stesse strade mentre voi siete mediamente basse, piccoline e come sempre in ritardo per qualcosa e loro sono invece beatamente a passeggio tra bancarelle e negozi, in gruppo e carichi come muli.
Provate a fare una telefonata e a dover chiudere dopo 30 secondi perché “Non ti sento c’è troppo rumore, ti chiamo dopo”. Pensate che fino ad un paio di giorni fa ha piovuto incessantemente.
Ebbene, sentite qualcosa lontanamente simile a fastidio e odio?
Sentite il desiderio di trasferirvi in qualche villaggio deserto dell’estremo nord europeo, disposti a morire assiderati ma felici di poter camminare senza che qualcuno vi urti costantemente, vi salga sui piedi, si impigli nei vostri capelli mentre telefonate? Ché vi piace un sacco passeggiare e telefonare.
*pugliesi ottime persone, adoro il vostro cibo, il vostro vino e il vostro mare. ci siamo voluti bene quando abitavo lì e vi porterò sempre nel cuore. Per favore, però, non spingetemi, non urlate nelle mie orecchie, non comprate le corna di renna con i campanellini.



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