Molte delle sale destinate alle conferenze registravano il tutto esaurito (circa 70 mila le persone che hanno assistito agli incontri) e passare davanti alla postazione della Newton Compton, con i suoi libri a 0,99€ (oggetto di polemiche roventi da parte di altri editori) richiedeva capacità di sfondamento.
Per ora non ho trovato nessuno che mi abbia saputo dare una spiegazione convincente. In ogni caso vedere tanta gente in fila alle casse degli stand con uno o più libri in mano è assai gratificante.
Oltre alla possibilità di realizzare interviste agli autori (che pubblicherò nelle prossime settimane), il Salone del Libro mi ha offerto vari spunti di riflessione sui temi più diversi.
Donne, amore, violenza. Tutti contro il femminicidio
In occasione dell’uscita dei loro libri “L’ho uccisa perché l’amavo.” Falso! (di Murgia e Lipperini per l’editore Laterza) e Questo non è amore (a cura del blog del Corriere della Sera la 27ª ora), le autrici hanno esaminato i dati di un fenomeno che mette i brividi non solo per la sua spaventosa diffusione, ma anche per la difficoltà di cambiare il retroterra culturale che tende, se non a favorirlo, almeno a non ostacolarlo. La tesi che le autrici dei libri hanno sostenuto a gran voce è che è indispensabile creare una nuova generazione di uomini illuminati e questo si può ottenere agendo su più fronti.
Da un lato entrando nelle scuole, dove ancora troppo spesso i bambini sono vittime di stereotipi sessisti. È significativo il racconto di un’indagine nella quale è stato chiesto ai bambini maschi di scrivere che cosa avrebbero provato se l’indomani si fossero svegliati femmine. La giornalista del Corriere Giusi Fasano ricorda il pensiero di un ragazzino che scrisse: “Che meraviglia se domani mi svegliassi femmina. Finalmente potrei non avere paura”. Credo che la frase si commenti da sola.
L’altro aspetto sottolineato dalle relatrici è stata la necessità di cambiare le parole con cui i media trattano il tema. Michela Murgia ha insistito sulla necessità di evitare titoli come quelli del suo libro per sfatare il mito dell’amore inteso come proprietà dell’altro, mito dal quale ancora troppe donne nel nostro paese sono soggiogate. Lo dimostra la recentissima vicenda della ventenne di Caserta pestata a sangue dal compagno (ora in carcere) che a una settimana dall’operazione che ha obbligato i medici a asportarle la milza per le percosse ricevute, dice ai giornali di perdonare il suo carnefice e di voler ritirare la denuncia. Storie che appaiono incomprensibili e fanno capire come ancora oggi molte donne vadano difese da se stesse prima ancora che dagli uomini.
Gli ospiti motivazionali
Giusy Versace (al centro) in un momento della sua testimonianza al Salone del Libro di Torino
Avevo letto qualcosa di lei, ma non conoscevo la sua storia nel dettaglio. Ascoltarla è stata una piacevole sorpresa. Il tema dell’incontro era “Bellezza e forza dello sport” e di forza, la bella e soprattutto sempre sorridente Giusy, ha dimostrato di averne in abbondanza. Il suo racconto dell’incidente, delle difficoltà derivate dall’uso delle protesi e degli inizi della sua carriera di atleta, ha suscitato commozione in tutta la sala, che ha ricambiato con applausi scroscianti e sinceri.
Gianluca Nicoletti (a sinistra) racconta la vita con un figlio autistico
Di altra natura, ma altrettanto incisiva, la testimonianza di Gianluca Nicoletti (leggi l’intervista), autore di, che davanti a un pubblico giovane e attento ha spiegato che cosa significa avere un adolescente autistico in famiglia. Nicoletti ha sottolineato l’importanza della diagnosi della malattia fin dai primissimi anni di vita del bambino per poter ottenere risultati capaci di migliorare la qualità dell’esistenza di chi è affetto da questa sindrome e dei loro familiari.
Il popolo degli scrittori
Oltre a poter ascoltare le conferenze di ospiti di fama (dei quali non vi parlerò perché di Renzi, Saviano, Sepulveda, Grossman, Eco, Scalfari, De Gregori e compagnia avrete già letto in abbondanza attraverso la stampa nazionale), visitare il Salone del Libro è quasi come gettare l’amo in un laghetto per la pesca sportiva. Qualcosa abbocca sempre. In una sala o in un’altra è facile imbattersi in una presentazione interessante di autori più o meno noti, esordienti o veterani, appartenenti a grandi gruppi editoriali o a case editrici indipendenti.
Da sinistra: il giornalista Matteo Bordone con Marco, Riccardo e Dario Cassini
Tra le performance più esilaranti a cui ho assistito svetta quella dei fratelli Cassini: Marco (fondatore di Minimum fax), Dario (comico e conduttore radiofonico) e Riccardo, autore nel 1993 del fortunato Nutella Nutellae che quest’anno, in occasione del 20º anniversario del libro e dopo aver venduto un milione e mezzo di copie, è stato presentato in edizione Minimum fax rivista e aggiornata. Ed è proprio per festeggiare il compleanno che Riccardo Cassini, oggi autore televisivo di trasmissioni Tv e radio di successo, insieme ai suoi fratelli e con la mamma dei tre, serissima, in prima fila, ha messo in piedi uno spettacolo degno dei migliori cabaret.
Il caffè letterario, angolo dedicato alle presentazioni, ha ospitato davvero tanti nomi del panorama letterario nazionale e sotto l’obiettivo della mia macchina fotografica sono passati Romana Petri, Lidia Ravera, Fabio Stassi e molti altri che prossimamente troveranno posto in articoli dedicati.
I libri e la rete
Tra gli incontri organizzati nello spazio Book to the Future, specializzati nelle tematiche relative alla rete e ai social network ho assistito con interesse a quello promosso dalla rivista online Gli Amanti dei libri dal titolo: Recensioni 2.0 - Come la rete racconta i libri. La conferenza ha trattato temi rilevanti per chi, come me, scrive spesso di libri e per i lettori che leggono le recensioni dei booksblogger. Non sono mancate le critiche e le accuse di scarsa qualità. E dato che il tema non è liquidabile in poche righe, mi riprometto di parlarne in un post ad hoc, a breve.
Per chi non l’ha mai visto, va detto che Il Salone del Libro è molto di più di quello che ho raccontato. Non solo per la quantità di eventi, ma anche e soprattutto per l’enorme offerta di libri di ogni genere, prezzo, formato, target. Ed è un po’ doloroso vedere come, a fronte dei sovraffollati stand degli editori di fama, alcuni angoli dei padiglioni “abitati” dai piccolissimi editori siano rimasti desolantemente vuoti. È con loro che vorrei parlare prossimamente, perché a volte non so capire se si tratta di eroi o di visionari. Voi che ne dite?
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