Il mio tempo con qualcuno che non c’è

Creato il 01 luglio 2010 da Andreapomella

E se potessimo, per qualche strano caso miracoloso, passeggiare dentro il luogo di un racconto, per esempio sulla barca del Gabbiere Maqroll che risale il fiume incontro alle misteriose segherie, o sulla baleniera Pequod, comandata dal capitano Achab, o nella macchina di Humbert Humbert vagabondando da un motel all’altro in giro per l’America? E se capitassimo in questi mondi contaminati, come in uno strano
e interiorizzato alternarsi di paesaggi, scoprendo tuttavia che da essi sono scomparsi tutti i personaggi, per qualche misteriosa ragione, o per il fatto stesso che non c’è più nessun lettore disposto a dargli vita, a rimetterne in moto tormenti e passioni? E se qualcuno poi ci comandasse di tenere nota di ogni pressoché irrilevante osservazione, chiedendoci di vivere per qualche tempo al posto di questi personaggi, dentro quei territori, in luogo di uomini e donne che abbiamo conosciuto se non altro per nome o per fama, sostituendoci ad essi e prendendo possesso delle loro vite? E se, in virtù di questo sconsiderato gioco, ci tramutassimo in piccoli fantasmi con le ali di polvere che si aggirano come in una scenografia logora e in abbandono, piena di ragnatele, di limature e detriti, di resti della pioggia, della neve e del sole, confrontandoci col silenzio e con le vestigia di altre vite? Sei mai entrato nell’appartamento di uno sconosciuto, vagando tra le sue cose nel silenzio caldo di un pomeriggio, osservando le pieghe che le sue ossa hanno lasciato sulle lenzuola, e l’impronta delle sue dita sulla saponetta, e l’odore del suo corpo nel guardaroba, e i resti sui fornelli delle sue grasse fritture, e gli scarti alimentari nel sacchetto della spazzatura, e i giornali e le riviste e i libri e le fotografie incorniciate e la carta da parati e le tende parasole? Io passo continuamente il mio tempo da quelle parti, con qualcuno che non c’è.


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