Quando la crisi avanza, l’arte torna ad avere un preponderante significato politico. Non nel senso partitico del termine, piuttosto in quello dirompente del disvelamento del significato del reale. Mentre il mondo si intorpidisce dietro gli effluvi di una fatica del vivere e del sopravvivere, lartista diventa colui che ha il coraggio di vivisezionare il quadro del mondo e di tirarne fuori il bubbone della sua marcescenza.
Ecco in questi momenti, noi che facciamo cultura, percepiamo finalmente che la nostra vita ha un senso. Il nostro respiro torna ad avere un significato. E ci alziamo al mattino guardando al sole e alle nubi con altri occhi. I cervelli, spaventati dal sopore in cui hanno rischiato di narcotizzarsi, si svegliano e i pensieri tornano a circolare…
Vogliamo sperare, o illuderci, che sia così….