«È una giovane pantera…» dico al pescatore più anziano che annuisce…
Questo sogno appartiene al mio archivio personale di Sogni Lucidi, come vengono chiamate quelle singolari esperienze oniriche nelle quali si è coscienti di stare sognando. In Rete è possibile trovare numerosi riferimenti, anche se nutro dei dubbi in merito alle tecniche proposte da alcuni siti per ottenere il “controllo” del sogno. Non esiste una sola scienza che si occupi di questi fenomeni, perché il metodo scientifico non può essere impiegato per rilevarne tutte le occorrrenze. La letteratura che si può trovare è spesso controversa e tende per lo più indagare le variabili neurologiche o psicologiche del fenomeno: osservazioni molto interessanti, ma che non spiegano lo sdoppiamento psichico della consapevolezza in un entità costituita da un motore cognitivo e un’interfaccia sensibile: il Sognatore e il sognante. Cito solo Carlos Castaneda e il suo libro L’arte di sognare, perché contiene molte informazioni sulle tecniche di controllo dei sogni sviluppate da antiche civiltà precolombiane. Il fatto che queste informazioni le abbia raccolte dalla tradizione orale e le abbia utilizzate miscelate a invenzioni narrative, non rappresenta un’obiezione alla credibilità di quei testi, altrimenti si dovrebbe disconoscere La Bibbia come tale, considerato che ha preso corpo attraverso un processo analogo alle storie dello scrittore peruviano.
Sui sogni lucidi ho scritto una serie di tre romanzi che hanno come protagonista uno psicologo: Antonio Encara. Il primo è Il sogno blu pubblicato a Febbraio da Seneca Edizioni. Il secondo romanzo della serie: Les Demoiselles d’Avignon è disponibile per ora solo in formato EBook e sviluppa un interessante concetto di Universo Psichico, basato sulla teoria che la psiche funzioni seguendo le leggi della fisica che governano la materia. Nell’Anteprima del libro potete leggerne un brano. Del terzo romanzo ne parlerò un’altra volta.
La metodica e le osservazioni del dottor Encara sono il prodotto di elaborazioni cognitive e percettive che integrano contributi concettuali propri e di altra appartenenza: è nei concetti che disegnano una visione strutturata del fenomeno che risiede il valore aggiunto, narrativo e cognitivo, che legittima il protagonista e la storia. Rispondo così a un’amica che mi chiedeva se quello che scrivo è realmente accaduto o solo invenzione. A beneficio della “signora della porta accanto” aggiungo che la risposta corretta è che esperienze reali e immaginazione, stanno a una storia come la massa e l’energia con cui si manifesta la materia stanno all’universo. Continuare a utilizzare la logica deterministica nell’analisi della fenomenologia psichica, equivale a voler misurare il mare usando un cucchiaio.
Per chi volesse saperne di più sui Sogni Lucidi, consiglio di cominciare da questo articolo pubblicato in: ” Informazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria” n° 30.