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Il mistero del manoscritto segreto (21°episodio): il saluto

Da Marta Saponaro

IL MISTERO DEL MANOSCRITTO SEGRETO (21°EPISODIO): IL SALUTO
Come al solito, fra tutti, fu Carlo a parlare:"da quello che ci dice mi sembra di capire che ciò che contiene questo manufatto è così assurdo ed inconcepibile che fino ad oggi nessuno studioso ha mai voluto riconoscere come plausibile. Effettivamente, noi che lo abbiamo tradotto è parso pazzesco. Ci siamo, infatti, chiesti se per caso fosse un falso ben realizzato così abbiamo proseguito le indagini, ma sembra che sia autentico. Non resta altra possibilità che questo sia un racconto di un antico folle. Anche nei tempi antichi saranno esistiti i matti, non è mica solo una peculiarità del mondo moderno, no! Non ci sono altre spiegazioni. Non può, in nessuna maniera, essere vero avremmo sbagliato tutto, praticamente bisognerebbe con un annuncio di quegli shock, prendere tutti i libri, tutto il nostro sapere, tutte le nostre certezze e gettare via in blocco. No, non ci credo e non voglio credere che abbiamo gettato 2000 anni al vento, che ogni parola ogni concetto su cui è basata la nostra esistenza sia errato. E' inammissibile, perciò non mi resta che ringraziarla dei viaggi offerti ma io passo. Comunque mi deve ancora la spiegazione di tutto questo montaggio non poteva prendere il telefono e chiamarci? Sarebbe stato, più veloce e meno dispendioso, sia per il denaro sia per il tempo." "Ma, mi dica signor Carlo", intervenne Werner, " cosa mi avrebbe risposto se da un altro capo della terra la chiamavo dicendole guardi scusi sono in possesso di un documento molto antico dove, e ne sono certo, si dice che tutti gli avvenimenti accaduti in passato non sono proprio come li abbiamo tanto decantati e studiati. Mi scusi, ma mi avrebbe dato del pazzo! Non crede?" "Guardi se proprio vuole posso dirglielo adesso, non ho problemi sa?" "Senti, Carlo, sei una persona squisita e molto intelligente ed è per questo che ti ho scelto tra i vari candidati, ma devi ancora imparare ad essere più paziente, meno irruente, inoltre devi anche imparare a credere, cosa che per te sarà difficile ma non impossibile. Per questo sono partito da così lontano. Dimmi, Petra ti ha sempre affascinato? Ma come darti torto! Una volta che sei lì, non puoi non sentire un fremito. Un senso di mistero e di soprannaturale circonda ogni anfratto. Sono partito da questo antico ma simbolico posto perché richiama alla mente i Templari, la religione il fatto di credere. E, vedi amico mio, se una persona crede veramente, è pronta a qualsiasi verità. Vi ho portato in Israele, Gerusalemme la città dove le tre più grandi religioni, forza e spirito dell'umanità, vivono da sempre. Anche qui se credi vedrai e conoscerai. Istanbul, Costantinopoli e Bisanzio, un altra città simbolo della fede e della speranza. Lumbini la culla del buddismo, una filosofia che porta in un'altra dimensione e non sarà ancora finito il viaggio. Prima di giungere al termine dovete scavare nelle credenze antiche viaggiare oltre che nei luoghi anche nel tempo. Solo così avrete la vera conoscenza per comprendere lo scritto. La mia esperienza te lo certifica. A suo tempo ho percorso lo stesso cammino ed ora sono pronto. Non è mio il compito, non sono io il designato, forse voi o altri dopo di voi, ma l'importante è compiere il cammino per far si che la verità e la conoscenza giunga un giorno. Non sarà facile e a volte potrete correre dei pericoli. Ci sarà chi vi seguirà e chi, invece, vi deriderà ma voi non dovrete mai vacillare andate sempre avanti e il premio che vi attende sarà immenso. Non vi ho fatto vedere l'ultima parte dello scritto, lo riceverete a tempo debito e solo se accettate. Mio figlio David, se lo vorrete verrà con voi, se no lui è il depositario dei miei averi che saranno a vostra disposizione. Ogni minima spesa per il resto dei vostri giorni è stata già conteggiata e valutata. Mensilmente riceverete, anche dopo la mia morte, quello che è necessario e anche di più. Sotto l'aspetto economico non avrete alcuna preoccupazione. I prossimi anni saranno all'insegna dei viaggi e della conoscenza dovrete recarvi in India, in Tibet, nelle Americhe del sud, in Europa. Dovrete cercare alcuni reperti che man mano capirete e comprenderete. E' come un puzzle dove ogni pezzo è sparso a casaccio. I futuri giorni serviranno per raccogliere questi pezzettini e infine, quando li avrete trovati tutti, unendoli, vi si aprirà la vera conoscenza. Per ultimo, devo ancora spiegare il perché del finto rapimento. Dovevo sincerarmi che tra voi quattro ci fosse un certo, diciamo, feeling. Sia sotto stress, sia con gli imprevisti o nella ricerca vi siete dimostrati uniti e dove l'uno vacillava l'altro aiutava. Siete una squadra la mia squadra. L'unico vero rammarico è che non ci sarò più per potervi seguire ed aiutare, ma per questo c'è David mio figlio. E'stato educato ed addestrato per questo compito sarà il vostro angelo custode e non abbiate mai timore di chiamarlo, lui sarà disponibile in ogni singolo attimo. Sara so che tu accetterai ma non farlo per tuo padre, fallo per te. Quando ti ho detto prima che mi eri stata consigliata è perché, avevo conosciuto il tuo papà e, se solo hai metà dello spirito che lui aveva, allora non ho sbagliato. Laura tu sei, invece una persona che ama sognare ma con i piedi per terra, paziente e caparbia, inoltre ognuno di voi ha una sua specializzazione che nei differenti frangenti si rivelerà utile. Enrico tu sei il cuore e l'anima del gruppo quando dai la tua disponibilità non ti tiri più indietro a qualsiasi costo, anche della vita stessa. Non chiedetemi ora cosa c'è scritto nel pezzo mancante non posso e non sono in grado di dirvelo. Non ero il designato, vi devono bastare queste parole. Non vi chiedo di darmi questa sera stessa la risposta ma sappiate che tra un mese avete cinque posti prenotati su un aereo che vi porterà nella terra degli antichi Maya. Se salirete a bordo di quel velivolo troverete anche un mio manoscritto che vi parlerà delle conoscenze da me acquisite, magari vi saranno di aiuto, lo spero. Bene ragazzi miei, figli miei, quel che dovevo dire è stato detto. Ora torniamo tutti da dove siamo venuti e spero di rivedervi al più presto." Otto si alzò, quasi vacillando e senza più voltarsi indietro uscì dalla sala, lasciando i cinque giovani a riflettere sul loro futuro. Cosa avrebbero deciso? chi di loro avrebbe intrapreso il grande cammino? Ad un certo punto il silenzio venne interrotto da una domanda, "ma i teschi quanti sono"?  Sembrano tredici, fu la risposta.
La prima parte del mio racconto è giunta al termine. Ora bisogna vedere cosa decideranno i quattro studiosi. Dedicheranno la loro vita alla ricerca della conoscenza? I dubbi sono tanti, per esempio se accettano ma ad un certo punto vogliono lasciare, possono? Purtroppo l'anziano studioso non ha dato loro il tempo per riflettere a tutti gli interrogativi che un'offerta del genere può far sorgere. Questo comportamento è stato voluto e, se si per quale motivo? Certo che per quattro giovani ricercatori un'occasione del genere non è da buttare via! Hanno, praticamente la strada della vita, almeno sotto l'aspetto economico, già solida. Però avere già un'esistenza preordinata potrebbe essere negativo e poco interessante. Se da un lato l'opportunità di viaggiare, conoscere luoghi disparati e al contempo professare il lavoro per cui hanno studiato a lungo, è da considerare, dall'altra, l'incognita di un fallimento e il senso di predestinazione insito in questa offerta fa insorgere tanti pensieri negativi.

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