Afrodite si prese cura del figlio di lei, appena nato, ma, avendo lì per lì altre cose a cui badare, lo affidò a Persefone, moglie di Ade come sappiamo, perchè lo allevasse. Persefone tirò su con grande amore il ragazzino, e gli si affezionò tanto che, quando Afrodite glielo richiese, non volle saperne di restituirglielo. D'altra parte Afrodite, nel vedere il bel giovanetto, si era talmente invaghita di lui che non poteva neppur pensare di lasciarlo alla regina dell'Ade. Si dovette ricorrere al giudizio di Zeus, il quale sentenziò che Adone avrebbe dimorato per metà dell'anno con Persefone, nell'Ade, e per l'altra metà con Afrodite, nell'isola di Cipro.
Avvenne però che, proprio durante uno di questi soggiorni, Adone, andando a caccia, fu aggredito e ucciso da un cinghiale, e invano Afrodite, subito accorsa, gemette, sul suo corpo esanime. Dal sangue delle sue ferite ella fece allora fiorire l'anemone rosso, mentre le bianche rose di un roseto vicino divenivano rosse a loro volta perchè la bella dea, nelle smanie del suo dolore, si era punta alle loro spine.