Avvene che Anfitrione dovette partire per una guerra e, Alcmena, chiusa nelle sue stanze attese pazientemente il ritorno di lui senza lasciarsi avvicinare da alcuno. Infine giunse un messaggero per avvertirla che il marito aveva sconfitto i suoi nemici e sarebbe presto tornato vincitore alla reggia. Infatti, dopo pochi giorni, ecco giungere Anfitrione sul suo cocchio, bello e splendido come non era mai stato. E Alcmena corse felice nelle sue braccia.
In realtà non si trattava affatto di Anfitrione, il quale correva ancora sulla via del ritorno, ma di Zeus che, per poter avvicinare la bella regina, aveva assunto le sembianze del marito di lei. Nacque così Eracle, o Ercole, come lo chiamarono i Romani, l'eroe nazionale della Grecia. Più tardi Anfitrione seppe da un famoso indovino, Tiresia, quello che era avvenuto, ma, saggio e generoso qual'era, allevò amorosamente il figlio di Zeus insieme al proprio figlio, Ificle.
Era, invece, gelosa come sempre, ebbe per Eracle un'antipatia profonda, e la manifestò già al momento della sua nascita. Infatti il giorno in cui il fanciullo doveva venire alla luce, Zeus, felice, annunciò a tutti gli dèi riuniti in concilio che stava per nascere un eroe destinato a regnare su tutta la terra di Argo. Era, allora, lasciò inosservata l'Olimpo, corse sulla terra e, come dea della maternità, le fu facile ritardare la nascita di Eracle e affrettare invece quella del figlio di un'altra regina, Euristeo.
Così avvenne che, poichè Zeus aveva ormai fatto l'annuncio ufficiale e non poteva disdire quello che aveva detto, toccò più tardi a Euristeo, uomo mediocrissimo, il regno di Argo, mentre Eracle fu solo un suo suddito.
Caratteri di Zeus
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