“La famiglia Mancini è composta da mamma e papà poco più che quarantenni, Franco e Silvana, e dai loro due figli,Marco e Alessia, rispettivamente di 22 e 16 anni. Vivono a Milano, in un’accogliente casa di ringhiera.
Franco, interpretato da Flavio Insinna, è un romano con residenza da molti anni nel capoluogo lombardo, dove gestisce un autonoleggio di sua proprietà. E’ un uomo con molti difetti ma in fondo buono e disponibile, ed è un vero talento in battute e goffaggini. Ha sposato Silvana, Marina Massironi, professoressa precaria di Lettere, donna elegante e paziente, moglie e madre aperta, un po’ ansiosa. Marco e Alessia, diversi per carattere e vitalità, portano nel luogo più vissuto della casa i problemi e le leggerezze della loro età.”
Niente di diverso quindi del modello di donna che tanto hanno cercato di combattere le nostre madri. Siamo ancora allo stesso punto. L’unica differenza è che, accanto a questa immagine si è affiancata quella della donna-oggetto-sessuale. Un modello non elimina l’altro. Sono forse complementari. Sono forse il risultato del mondo perfetto per l’uomo, mogli premurose e prostitute pronte a tutto. Chi può volere di più?
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