Il modello americano. Un promemoria per Renzi.

Creato il 19 aprile 2015 da Veritaedemocrazia

Renzi l'amerikano by Luca Peruzzi

La passerella mediatica dal Presidente degli Stati Uniti è un rito a cui nessuno dei nostri Presidenti del Consiglio vuole rinunciare. Si tratta evidentemente di incontri che non hanno alcun valore politico, non c'è alcuna trattativa da svolgere. Siamo di fronte soltanto all'udienza concessa dall'Imperatore ad uno dei propri vassalli nella quale questi confermano la propria fedeltà ricevendone in cambio una qualche legittimazione ed un qualche credito da spendere presso l'opinione pubblica italiana. 

La litania delle dichiarazioni che accompagna questo rito è sempre uguale (come documenta con la consueta precisione Marco Travaglio): attestati di stima e fiducia, il riconoscimento degli "straordinari sforzi" fatti per rinnovare e riformare l'Italia, l'esaltazione servile della stampa nazionale.
Immagino così che anche altri Presidenti del Consiglio, come Renzi, abbiano definito gli Stati Uniti "il nostro modello" però credo che su questa affermazione, peraltro pienamente coerente con gli atti politici dell'amico di Marchionne e Farinetti, valga la pena di riflettere richiamando qualche dato.

Anzitutto sull'occupazione: l'aumento dei posti di lavoro ed il miglioramento del tasso di disoccupazione vantati dall'amministrazione Obama sono soprattutto il risultato di manipolazioni statistiche (come si può leggere qui e persino sul Sole 24 Ore) che escludono dal numero dei disoccupati 80-90 milioni di soggetti ormai scoraggiati nella ricerca del lavoro e l'enorme massa della popolazione carceraria USA.

Già perché ben 2,2 milioni di persone, nel paese, si trovano in galera e quindi non figurano nell’elenco dei disoccupati. Con il 5% della popolazione mondiale, gli Stati Uniti detengono il poco invidiabile record del 25% della popolazione carceraria del pianetaLa popolazione carceraria statunitense è la più numerosa del mondo, più o meno pari numericamente, ad esempio, a quella di Russia e Cina messe insieme, che comprendono al loro interno circa cinque volte il numero di abitanti. Ma la situazione reale appare ben peggiore, perché bisogna poi considerare nel quadro il fatto che almeno altri 6 milioni di persone (per qualcun altro invece sino ad 11 milioni) sono soggette a qualche forma di restrizione della libertà e quindi comunque non possono lavorare. Quindi da 8 a 13 milioni di statunitensi in età adulta non sono compresi nelle statistiche sulla disoccupazione. Nel database criminale dell’FBI sono ancora oggi elencati 75 milioni di americani, circa un terzo di tutti i maschi adulti. Basta un semplice fermo per eccesso di velocità per essere inseriti nell’elenco.
Se si passa poi alle statistiche sulla criminalità, gli Stati Uniti non devono essere un posto molto tranquillo, come dimostra l'ossessione in film e telefilm per omicidi, indagini, serial killer, horror e tutto ciò che rappresenta le paure profonde di un popolo che non può trovare in un'armonia sociale e nelle istituzioni garanzie e reti di protezione. E così le cronache ci raccontano di poliziotti dal grilletto facile e di individui a cui "parte la brocca" prendendosela con chi gli capita a tiro e provocando stragi efferate. Sta di fatto che il tasso degli omicidi per gli USA (Paese dove il possesso di armi è considerato un diritto costituzionale) è di 4,7 ogni 100.000 abitanti contro, ad esempio, lo 0,9 italiano. 
E' necessario poi ricordare che negli USA, il "nostro modello", cittadini privi di assistenza sanitaria, almeno prima dell'Obamacare, erano stimati in circa 48 milioni. E così il tasso di mortalità infantile è per gli USA dell'otto per mille contro il 6 dell'Italia (e il 5 di Cuba). Come si può leggere su Wikipedia questo indice, assieme alla speranza di vita alla nascita, è estremamente importante nella verifica dello sviluppo di una popolazione in quanto è strettamente correlato alla situazione sanitaria, ambientale e sociale della popolazione a cui viene applicato.  Per quanto riguarda infine il ruolo militare e internazionale degli Stati Uniti, che è poi l'impalcatura che ne sorregge la potenza economica, ricordiamo il milione e trecentomila morti provocati dalle guerre dell'Occidente guidato dagli USA dopo l'11 settembre 2001. La spesa mili­tare reale degli Stati Uniti, mettendo insieme armamenti e altre voci al bilancio del Pentagono, è di circa 900 miliardi di dol­lari annui, circa la metà di quella mon­diale, equi­va­lenti nel bilan­cio fede­rale a un dol­laro su quat­tro speso a scopo militare.
Non a caso il riscatto dell'America Latina, il miglioramento delle condizioni di vita dei popoli del centro e Sud America, ha potuto compiersi solo attraverso l'affrancamento dal dominio USA che si era sempre fondato sull'appoggio alle più feroci dittature militari.

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