Il MoMa di New York dedica una retrospettiva ad Antonio Pietrangeli, maestro da riscoprire del cinema italiano

Creato il 27 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Il Museo d’Arte Moderna di New York celebra un regista italiano grande e tra i più influenti, ma per molti versi ancora da conoscere: Antonio Pietrangeli, con una retrospettiva organizzata da Istituto Luce-Cinecittà e lo stesso MoMA. Un evento che porta al pubblico di New York 11 film, esplorando un arco di carriera che va dai primi anni cinquanta alla metà dei sessanta, con la speciale inaugurazione il 3 dicembre con la versione restaurata di Io la conoscevo bene, che nel ’65 regalava al pubblico italiano una visione folgorante, come l’apparizione della sua protagonista Stefania Sandrelli; andando avanti con capolavori come La visita e Adua e le compagne, e altri titoli da riscoprire come Il sole negli occhi, Lo scapolo, La parmigianaInoltre, Io la conoscevo bene uscirà regolarmente in sala a New York dal 5 febbraio, e in home video nella versione restaurata da Criterion; una conferma di come l’opera di promozione culturale promossa da Luce-Cinecittà possa trasformarsi talvolta in nuove possibilità commerciali per il nostro cinema.

Antonio Pietrangeli: A Retrospetive si pone come occasione per omaggiare un maestro autentico ma laterale nelle storiografie del cinema, figura appartata nel passaggio epocale tra i due grandi momenti del cinema italiano – il Neorealismo e la Commedia all’italiana – ma che ha avuto un’influenza sotterranea e talvolta dichiarata in due generazioni successive di registi. E un appuntamento che consente di verificare la straordinaria tenuta di film che se non hanno consegnato la figura del loro regista al vertice della fama con altri più consacrati colleghi, sembrano non sentire i segni del tempo o perdere in fascino, e provocazione. Una verifica tanto più interessante perché alla prova di un pubblico come quello americano.

Un appuntamento che ridà luce, con proiezioni in pellicola, a un cinema che è così una lezione attualissima, di scrittura (al fianco di nomi come Flaiano, Suso Cecchi d’Amico, Age e Scarpelli, Ruggero Maccari, Ettore Scola…) capace di portare in primo piano personaggi femminili come raramente accaduto, in affascinante bilico tra realismo e fughe nella commedia più sottile. Un cinema grandemente d’attore: con le presenze e i volti della Sandrelli, di Alberto Sordi, Sandra Milo, Manfredi, Mastroianni… portavoci di pellicole poco classificabili, con un’ambiguità che non temeva (che non teme) di arrivare al grande pubblico.

In una parola, il cinema della modernità.