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Il mondo cattolico accerchia il Pd con l’armata Galimberti. Progressismo laico in pericolo, don Pier sempre in alto

Creato il 23 luglio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Pizzetti glissa, Galimberti e la forza compatta che lo sostiene e finanzia, don Pier che dribbla ogni schema

 

“Ma che avete tutti da chiamarmi oggi? Che cos’è successo su Galimberti?” Luciano Pizzetti è stupito, ma noi sappiamo che ha fatto l’Itis, scuola di tutto rispetto (male incolga a chi disprezza queste scuole!), che se la sapeva cavare con destrezza e diplomazia sin da ragazzo, anche nei tempi difficili delle lotte studentesche. Era di sinistra ma qualcuno malignava crudelmente che in realtà fosse un informatore. Ma possibile? No, non ci vogliamo credere: aveva la politica nel sangue e sfuggiva come un pesce dall’uno all’altro pericolo.

Figurarsi se non sfugge allegramente alla tempesta di domande della stampa, delle tv, dei siti internet, anche di questo blog che ha lanciato ieri il sasso nella morta gora tramite il noto pizzettiano Daniele Bonali: “Ma che cosa rappresenta Galimberti? E’ con noi? Ci vuole trascinare? Guida una lista fra le tante? Vuol fare il sindaco?”

Tutto da chiarire. E anche il senatore Luciano Pizzetti rimanda: “Il prof. Galimberti è una risorsa. E’ presto per decidere”.

Ci vorrà il congresso locale del Pd per decidere? “La scelta di una candidatura a sindaco non è un tema tipicamente congressuale. Si vedrà. Si farà una coalizione”. Tutto è prematuro tranne le domande. Quale coalizione? Con Sel e Rifondazione? Pizzetti resta abbottonato.

Il Pd aspetta. Che cos’è il Pd? Quanto può investire per la campagna elettorale? Quali persone può impegnare che non siano già state accalappiate da Azione cattolica e dal mondo cattolico in generale? Che programmi vuole realizzare? Assieme o in alternativa alla chiesa cattolica

 

Partecipolis è partita già anni fa e ha il sostegno economico dell’Acli, del Meic, dell’associazione Mounier, di alcuni finanziatori, in definitiva è la Chiesa cremonese che porta le sue idee in politica.

Dopo l’Azione cattolica, per gli azionisti all’università c’è la Fuci, dopo la laurea c’è il Meic, Movimento ecclesiale di impegno culturale. Lo statuto del Meic riconosce i principi della Costituzione e inserisce ovviamente l’insegnamento della Chiesa. L’Acli unisce i lavoratori cattolici e sostiene a propria volta. A propria volta Bruno Tagliati, ex centrosinistra di Pizzighettone vicino a Giuseppe Torchio, è diventato l’anno scorso presidente dell’Acli provinciale.

Detto sbrigativamente, si può ribadire quanto già scritto qui, che l’Azione cattolica fa al Pd quello che CL ha fatto al Pdl. Il paragone però non è adeguato per tanti motivi.

Attorno a Galimberti c’è un mondo compatto, vivo, brillante, ricco di associazioni che si riconoscono in un progetto aperto e che non guarda certo a destra. L’opposizione alla Bossi Fini, l’idea di imprenditoria del Meic, dell’Associazione Mounier e di Radici e Futuro non c’entrano con Berlusconi.

 

Il Pd in questo organizzato arcipelago vuole sparire? Vuole annegare? O ha la forza di esprimere una leadership politica? Il Pd ha le idee, la forza politica se si compatta, Partecipolis ha una simpatia trascinante, sa aggregare, ed è ben radicata nella storia cremonese e nelle associazioni di volontariato.

Nel gruppo sguazza don Pier, che con l’assessorato Amore ha fatto la fortuna della cooperativa Nazareth (nulla di male, è chiaro: solo che si è stabilita un’egemonia) e ora la mente dei servizi sociali è ancora fra i protagonisti, per quanto non appariscente, di Partecipolis.

Il responsabile della pastorale giovanile è lui. Il prete vicino al Pd, come dicono in molti da anni, è lui.

Intanto il Pd ha un’opportunità (aprire un dialogo fruttifero col meglio del mondo cattolico) e corre un rischio: perdere di vista la laicità dello Stato e la prospettiva del progressismo laico.

 


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