Qualche giorno dopo ci ha pensato Maristella Gelmini a spiegare in una lettera come sia il Pdl il partito più sensibile ai valori cattolici e come Berlusconi sia sempre stato attento alle istanze della Chiesa e garante dei suoi valori (tesi alla quale mi verrebbe voglia di rispondere come fa mia madre che, da ascoltatrice di "Radio Mater" - una simil Radio Maria - non può essere certo tacciata di comunismo: "parlano tanto di famiglia, ma ce ne fosse uno non divorziato, senza l'amante o sposato in Chiesa"). Quella lettera nonostante fosse ispirata all'adulazione per il capo finiva con un auspicio interessante: "per concludere, qual è il compito dei cattolici in politica? Non dunque una antistorica unità politica o di partito, non certo la costituzione di un terzo polo anch' esso retaggio di vecchie logiche, ma un confronto e uno sforzo comune che superi le logiche degli schieramenti nell' interesse del Paese. Auspico che in Parlamento i cattolici presenti nelle diverse formazioni politiche sappiano ritrovarsi e, con l' equilibrio e la moderazione che sono proprie di questo mondo, proporre azioni forti e coraggiose".
Il dibattito comunque prosegue ed è di ieri la bufera sull' editoriale di Famiglia Cristiana, l'ennesimo contro il Berlusconismo. Dicendo cose tutto sommato condivisibili (sintetizzo: Berlusconi vuol fare carta straccia della Costituzione se questa si frappone alla sua volontà di andare alle elezioni) lancia un'analisi sulla divisione dei cattolici: "Uno dei temi trattati in queste settimane dagli opinionisti - scrive l'editorialista storico del settimanale, Beppe Del Colle - è che cosa ci si aspetta dal mondo cattolico, invitato da Gian Enrico Rusconi su La Stampa a fare autocritica. Su che cosa, in particolare? La discesa in campo di Berlusconi ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: di spaccare in due il voto cattolico (o, per meglio dire, il voto democristiano). Quale delle due metà deve fare “autocritica”: quella che ha scelto il Cavaliere, o quella che si è divisa fra il Centro e la Sinistra, piena di magoni sui temi “non negoziabili” sui quali la Chiesa insiste in questi anni? A proposito. Ivan Illich, famoso sacerdote, teologo e sociologo critico della modernità, distingueva fra la vie substantive (cioè quella che riassume il concetto di “vita” mettendo insieme, come è giusto, e come risponde all’etica cristiana, tutti i momenti di un’esistenza umana, dalla fase embrionale a quella della morte naturale) e ogni altro aspetto della vita personale o comunitaria, a cui un sistema sociale e politico deve provvedere.
Il berlusconismo sembra averne fatto una regola: se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all’embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il “metodo Boffo” (chi dissente va distrutto) è fatto apposta".
Apriti cielo sul settimanale dei Paolini si è scaricato l'ira di Dio. Così mentre gli eleganti commenti sul sito internet del Giornale invitavano Feltri e Sallusti ad un bel "trattamento Boffo" per stanare gli scheletri dagli armadi di questi moralisti, la politica parlava di "pornografia mediatica" contro il Cavaliere.
E il mondo cattolico? Lupi, parlamentare Cl-targato, ci spiega come ormai Famiglia Cristiana è peggio dell'Unità. Altri auspicano l'intervento normalizzatore del Vaticano e Monsignor Fisichella si affrettava a dire che Famiglia Cristiana non rappresenta il mondo cattolico (i Paolini - permettetemi la battuta - sono notoriamente dei pericolosi anglicani).
Nessuno però mi spiega una cosa debba volere un cattolico impegnato in politica dal movimento che lo rappresenta, se basta essere laici-devoti per ragioni elettorali o è meglio essere cattolici-adulti con autonomia di pensiero, coerenza di comportamenti, liberi di schierarsi in autonomia, quando si predica bene, ma si razzola male e si calpesta l'etica dei comportamenti.
Ma è forse pretendere troppo da chi spesso bolla come comunista un cardinale illuminato qual è Dionigi Tettamanzi, solo perchè invoca accoglienza e solidarietà, sensibilità verso l'altro: cioè quei valori umani, prima che cristiani, che ci dovrebbero rappresentare tutti a destra come a sinistra.