E' stata una vera storia d'amore quella tra Aida Rienzi e lo sport, in particolare il calcio. Era una promessa del nuoto quando negli anni '70, Mario Saracino - allenatore simbolo della Salernitana maschile con cui vinse un campionato 'Berretti' - la selezionò tra tante atlete per farle difendere i pali della nascente Salernitana Calcio Femminile.
A stupire il tecnico fu un tiro violento che l'allora giovane Aida bloccò con una sola mano come una veterana, guadagnandosi così il soprannome di 'Saracinesca'. Dal quel momento la Rienzi ha fatto dello stato 'Vestuti' la sua seconda casa. Nonostante la breve carriera Aida Rienzi in campo è stata una vincente, togliendosi la soddisfazione di vincere due scudetti con due maglie diverse, Salernitana e Catania. Ma indimenticabile fu il ricordo del tricolore conquistato a Salerno il 31 ottobre 1975. Rienzi e le sue compagne, guidate in panchina da Lino Coppola e sospinte da un 'Vestuti' pieno in ogni ordine di posto, ebbero la meglio sul Pordenone trionfando per 2-0. Una vittoria che la Rienzi ha sempre custodito gelosamente. Difatti, nonostante il successo, lo scudetto conquistato dalle salernitane non fu riconosciuto dalla Figc quando, nel 1986, la Federazione Femminile Italia Unita Giuoco Calcio entrò a far parte della storia centenaria dall'organismo di via Allegri. Ma ad Aida Rienzi questo non è mai interessato e, nonostante la vittoria di un altro scudetto conquistato a Catania nel 1978 con l'amica di sempre Patrizia Onorato, per lei il tricolore di Salerno è stato sempre il più sentito.
Ma le pagine più belle per il portiere granata sono arrivate dopo che ha appeso gli scarpini al chiodo. Nel 1983, nel segno dell'indimenticata Lucia De Martino, iniziò a prendere forma il progetto dell'Associazione Calcio Femminile Salernitana e, alla palestra 'Senatore' di via Nizza, la Rienzi, insieme a Patrizia Onorato ed al pasticciere Raffaele Bassano, iniziarono a reclutare le prime atlete.
'Era inimmaginabile, una donna di carattere, è stata una seconda madre per tutte noi', queste sono state le parole che hanno commosso i presenti nella chiesa di Santa Margherita, con le quali le giocatrici hanno voluto ricordare, con una lettera, Aida Rienzi nell'ultimo saluto di martedì. Francesca De Santis, con la voce interrotta dalle lacrime, ha parlato in nome di tutte le giocatrici della Salernitana Calcio Femminile, esprimendo tutto l'affetto, e il dolore , che le legava alla loro 'seconda madre': "Abbiamo trascorso la serata a ricordare i momenti vissuti insieme: le vittorie, le sconfitte, le emozioni che ci hanno legate. Sei riuscita a creare una famiglia", ha continuato la granatina, emozionando quanti hanno partecipato al funerale, "ora ci sentiamo senza una mamma. Ciao presidente, vivrai dentro di noi". Un lungo applauso ha fatto sentire tutti il calore e la partecipazione al grande dolore ed al vuoto che ha lasciato nei cuori di quanti l'hanno conosciuta. Tutto il mondo calcistico campano ha pianto la scomparsa di Alda Rienzi, in chiesa non è voluto mancare nessuno, dalle compagne degli esordi, agli allenatori e giocatrici delle squadre avversarie, che tante volte hanno affrontato la squadra salernitana sul campo. "E' sorprendente che non manchi nessuno all'appello", ha detto Antonio Garbellano, dirigente del Pontecagnano femminile, "ma questo si spiega con la forza di Aida nell'aver saputo unire tutti, si litigava in campo, si era avversari, ma fuori erano tutti amici. Ha regalato il senso del rispetto". La grande esperienza di vita di Aida Rienzi rimane un segno indelebile nei cuori e nelle menti dei cari che l'hanno salutata per l'ultima volta. Non solo del marito Silvio e del figlio Domenico, il quale regge il timone del club, ma ad amici, colleghi, che dovranno perpetuare gli insegnamenti lasciati in dote dallo storico portiere della Salernitana Calcio Femminile. Commosse le parole del parroco: "Oltre a Domenico, ha avuto altre figlie", ha spiegato dall'altare, anche lui emotivamente partecipe, tanto che ha sentito il bisogno di interrompere per un istante la funzione, "quello che lei vi ha insegnato deve scorgere in ogni vostro gesto". Anche le lacrime dei nipoti hanno salutato dal pulpito la zia, così anche il ricordo di Francesco Lavornia, presidente del Donna Salernitana Calcio a cinque: "Nonostante le tante litigate, siamo rimasti più uniti. Abbiamo l'obbligo di non far finire la tua Salernitana, e Domenico dovrà seguirci". Presente alla funzione anche il segretario della Figc, Vincenzo Pastore, che ha voluto ricordare il presidente così: "Ci sono persone che fanno apostolato con le parole, altri con l'esempio personale e con i fatti. Non c'è esempio migliore per i giovani di chi con i propri sacrifici ha organizzato un'attività sportiva. Aida lo ha fatto per 25 anni". Anche Gigi Caliulo ha ricordato la forza straordinaria e l'energia di una donna che con la sua vita è diventata un faro nell'orizzonte del calcio campano: "Non riusciva a stare lontana dal campo. Una passione ed un entusiasmo che ha portato la sua squadra, anche in assenza di mezzi economici, a raggiungere grandi risultati. Spero che la federazione lasci un segno per mantenere vivo il ricordo di questa persona straordinaria". All'uscita nel piazzale della chiesa uno striscione ha sovrastato la folla: 'I tuoi valori, il nostro orgoglio, la tua passione, i nostri sogni, per sempre la nostra presidente, grazie Aida. Le tue ragazze'.
Poche parole che hanno racchiuso tutta la grandezza di una donna che ha fatto dello sport e dei suoi valori la sua ragione di vita.
Articolo scritto dalla redazione di MetropoliWeb.it per calciodonne.it
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