Stralcio dalla seconda parte del mio libro “Il Mistero della libertà”.
Certo mi piacerebbe un mondo migliore, ma la mia preoccupazione ora è che non peggiori questo qui che c’è adesso.
Sapete perché le puttane lavorano sempre tanto? E per quale ragione ce ne sono così tante sul pianeta? È semplice: la richiesta è enorme. Si tratta di un lavoro che non patirà mai la crisi. Il mestiere, come si suole dire, più antico del mondo. Dispensatrici d’amore, anche se condito di sesso e mercificato. Se ciò che vendono le prostitute sembra essere solo sesso, spesso, se non danno vero amore, magari sono in grado di dare comprensione. La merce venduta sono sesso e corpi, ma come effetto collaterale talvolta vengono dati compassione e affetto gratis. La richiesta di amore nel mondo è così grande che se fossimo pagati per darlo saremmo tutti miliardari. Ovviamente l’amore, quello vero, non può essere venduto e mercificato. Ma dare amore, il che non prevede ricompense, è proprio ciò che realmente arricchisce la nostra vita. Se comprendessimo questo avremmo la vita piena fino all’orlo fino alla fine dei nostri giorni in questo strano mondo. Un mondo meraviglioso dove, sebbene dobbiamo combattere per liberarci e affrancarci dalle nostre schiavitù, c’è un tale bisogno di amore da far sì che nessuno dovrebbe avere alcun dubbio sul senso della propria vita e sulle finalità della propria missione. Nonostante gli sforzi dell’uomo per distruggere altri uomini e l’intero ambiente del pianeta esso è ancora pieno di luoghi meravigliosi e di persone meravigliose, noi compresi. Se è pur vero che anche le spiagge più remote e selvagge sono ormai devastate dai rifiuti e la situazione è così compromessa da aver quasi raggiunto il punto di non ritorno si possono ancora trovare innumerevoli posti straordinari dove c’è già tutto. Al tempo stesso, anche se è pieno di psicopatici, mafiosi, malati, vampiri e delinquenti di ogni genere è pieno di gente ricca di entusiasmo che ha una gran voglia di cambiare, di lottare e, in poche parole, di liberarsi e vivere finalmente secondo la propria natura più profonda in un mondo pulito. È pieno di gente che si preoccupa per gli altri e si dà da fare per migliorare la qualità della propria vita e di quella altrui. Anzi, forse ce n’è sempre di più.
Il Regno di Dio è già in mezzo a voi – è stato detto. Sembra una frase fatta alla quale viene dato tutto sommato un peso relativo. In realtà probabilmente è proprio così. Nel senso che il mondo stupendo nel quale viviamo non deve necessariamente essere cambiato con sforzi inenarrabili, utopie e rivoluzioni, ma visto con altri occhi. È per tale ragione che credo si debba partire dalla propria vita individuale. Perché ognuno è in grado di vedere la meraviglia qui, in questo istante, qualsiasi cosa accada, senza bisogno di cercare altrove o aspettare il futuro o tentando di cambiare tutto e soprattutto gli altri. La vittoria è assicurata poiché basta spostare lo sguardo per comprendere che abbiamo già vinto. Basta scendere in strada e abbracciare il primo che passa, forse vi racconterà la sua storia, chiunque esso sia.
Se cambio io forse non potrò cambiare il mondo, ma cercare la mia libertà e la mia felicità deliberatamente e viverle senza remore così che magari potrò trasmetterle anche ad altri. Non dovrò fare il martire, non dovrò fare niente, solo andare verso quello che mi piace, che amo davvero e che c’è già nelle profondità della mia vita. Mi basterà amare, cominciando da me stesso, il resto verrà di conseguenza e magari riuscirò ad amare solo pochi altri, senza preoccuparmi di gocce nell’oceano o meno poiché l’infinito è dappertutto, ce lo insegna nientemeno che la fisica subatomica. Libertà è rompere la crosta di schiavitù e inutili condizionamenti che avvolge la nostra vita per permettere al nostro vero io di godere di quello che c’è già, senza cercare niente di più. Un io nudo e che non possiede nulla, in grado di assaporare, senza sensi di colpa, i frutti proibiti del piacere e della conoscenza.
Forse, in ultima analisi, essere liberi potrebbe essere solo e soprattutto, come già detto, un cambiamento di coscienza. L’acquisizione di una nuova consapevolezza su quello che siamo e dove ci troviamo. Un eventuale cambiamento sul piano pratico potrebbe essere auspicabile e benvenuto ma non strettamente necessario. Se libertà è non attaccamento, probabilmente entro certi limiti qualsiasi situazione potrebbe diventare ideale. Il punto è rendersi conto di quanto di prezioso c’è già nelle nostre esistenze. È molto più facile accorgersi di ciò che ci manca piuttosto che di ciò che abbiamo, a volte in abbondanza. Spesso, anche se per fortuna non sempre, ci rendiamo conto di avere un organo quando si ammala, di amare una persona quando parte o muore, di avere un mondo meraviglioso quando ormai è compromesso. Dovremmo invece ringraziare ogni giorno per il semplice fatto di esistere, di respirare, magari di godere di buona salute, di vedere, camminare, avere amici, un lavoro, idee, progetti e relazioni. Il fatto è che, erroneamente, diamo tutte queste cose per scontate. È paradossale come certe cose vengano considerate diritti dovuti e inalienabili, mentre il più grande vero diritto, quello alla libertà, viene calpestato continuamente, come spesso possiamo vedere.
Lo sviluppo incontrastato della tecnologia serve in gran parte a mantenere impegnate le persone nel lavoro e con l’illusione che il mondo migliori, assomigliando sempre di più a una macchina. In realtà se il mondo riesce ad andare avanti, e talvolta a migliorare, è a causa dell’amore che milioni di sconosciuti mettono in quello che fanno. Il mondo e i media danno ampio rilievo a chi emerge sulla massa perché capace di creare macchine e meccanismi nuovi o per qualche grande scoperta utile alla tecnologia. Le grandi scoperte relative ai temi dell’amore e delle relazioni umane, a meno che non siano davvero eclatanti, come per esempio nel caso di Mandela, spesso passano inosservate anche perché avvengono nella vita di tutti i giorni di semplici sconosciuti. Gli stessi semplici sconosciuti sempre più controllati da codici fiscali, satelliti e, più modestamente, telecamere posizionate in ogni angolo delle nostre città. È noto a tutti come i meccanismi della pace e della guerra, delle relazioni internazionali, del commercio e della produzione industriale siano controllati da grossi gruppi e da servizi segreti. Quasi non esistono paesi al mondo che non vedano nello sviluppo tecnologico l’unica strada per giungere al vero benessere. Sacrificando per tale obiettivo la meraviglia che già esiste. In America del Sud dove si assiste a un grande sviluppo vengono rase al suolo foreste meravigliose ai bordi delle metropoli per costruire centri commerciali. Spacciatori di merda che non farà altro che inquinare altre meraviglie. Il terrore di essere sopraffatti da altre culture spinge a una spasmodica ricerca in ambito militare con enormi investimenti che potrebbero essere destinati a migliorare davvero le condizioni di vita, conservando quanto di meraviglioso c’è già. Chi considera queste cose una semplice teoria e si limita ad adattarsi a questo sistema è di fatto connivente con esso. I più ricchi se ne rendono forse meno conto potendo accedere col denaro a paradisi conservati. Spesso i più poveri hanno in questo caso la peggio costretti, come per esempio gli indios nelle riserve, a vivere in territori devastati dall’industria e dalla ricerca spasmodica di energia. Viviamo, ma sarebbe meglio dire ci sembra di vivere, come se tutto questo non esistesse. In realtà siccome il controllo non è ancora totale, ci sono spazi di manovra per muoversi a piacimento finché, beninteso, non si vadano a toccare tasti pericolosi. Ci sono teorici del complotto che vedono dappertutto una gigantesca manovra per mettere a tacere le coscienze. Credo ci sia molta verità in questa linea di pensiero, ma al tempo stesso sono convinto che, come il mondo sia ancora ricco di spazi meravigliosi e incontaminati, ci sia ancora modo di muoversi con relativa libertà e sviluppare la propria coscienza, oltre a godere del mondo così com’è. Il sistema non è così onnipotente come credono i sostenitori della teoria del complotto. Le nostre coscienze e le nostre vite, così come il mondo della natura e della coscienza cosmica, sono molto più forti e potenti. Basta saperli riattivare. Dovremmo innestare una retromarcia di quelle serie e dare indietro tutta il più possibile.
La nostra esistenza è così grande e sacra che la cosa più importante da fare sarebbe celebrarla ogni giorno, con offerte all’Universo fatte di gratitudine e rituali, come facevano i popoli antichi. Antichi, come il Canto dell’Universo, altro che primitivi. Quando comparve quella che chiamiamo “storia”, la Madre Terra aveva già cinque miliardi di anni e l’Universo probabilmente oltre dieci. Sono la Terra con l’Universo e la vita che essi portano in sé che vanno celebrati. Sono loro la vera potenza, non le forze sataniche che pretendono di controllarli. Ci hanno fatto credere che evoluzione umana sia sviluppo tecnologico. In realtà si tratta di sviluppo tecnologico insieme a sviluppo della coscienza, ad amore per se stessi e l’Universo, a consapevolezza di se stessi, del passato, del presente e del futuro, di realtà multidimensionali sia fisiche che spirituali. In una parola: di eternità e di diverse dimensioni spazio-temporali. Quello che ancora c’è di meraviglioso al mondo non sono solo bei paesaggi e natura incontaminata, ma templi della coscienza cosmica che non ci abbandonerà mai completamente. Occorre solo ristabilire il contatto.
Da “Il Mistero della Libertà”- Mauro Villone – Prinp editore, 312 pagg. 20€ + spese spedizione. Spedizione in contrassegno scrivendo a unaltrosguardo@libero.it