Il mondo in un giardino

Creato il 13 dicembre 2013 da Senzazucchero2012 @senza_zucchero_

Lo ha scritto addirittura il New York Times, ma ancora prima l’aveva raccontato Ferdinand Gregorovius nel suo Passeggiate Romane, che quello di Ninfa è il giardino più bello e romantico del mondo.

E questo piccolo paradiso incantato è proprio dietro l’angolo, spesso conosciuto dai più lontani e troppo spesso trascurato da chi ha la fortuna di averlo a pochi passi da casa.

Siamo a circa 80 chilometri da Roma, nella provincia di Latina (si, perché Latina è provincia): un monumento naturale che si estende per otto ettari nel comune di Cisterna, sorvegliato ad est da Norma e Sermoneta, due incantevoli ed antichissimi borghi dei monti Lepini, e ad ovest, in lontananza, il mare.

Ciò che oggi rimane, sono le rovine dell’antica città di Ninfa, fondata nel 745 d. C. e abbandonata circa 600 anni dopo. Durante il periodo di massimo splendore, Ninfa era una città piena di case (circa 150) e di chiese – considerando sia quelle all’interno delle mura sia quelle all’esterno se ne contano 14 –  e strade, mulini, ponti, ospedali, un castello e il municipio. La città era difesa da una cinta muraria doppia della lunghezza di circa 1.400 metri, intervallata da almeno undici torri. Era una città prosperosa e conosciuta. Si trovava, infatti, in una posizione strategica per il traffico delle merci verso il sud d’Italia:  l’impraticabilità della Via Appia a causa delle paludi,  costringeva il passaggio per la via Pedemontana, che da Velletri giungeva a Terracina, passando proprio per Ninfa, dove la strada subiva un restringimento, permettendo al paese di beneficiare dei pedaggi che venivano imposti a chi passava di li.

Nel corso degli anni, la città passò sotto l’egida di vari casati, fino ad arrivare al declino della propria potenza: le continue lotte interne alla famiglia Caetani, nonché le guerre tra i feudi circostanti, finirono col devastarla e lasciare al suo posto solo alcune rovine, arbusti e malaria.

Nel 1920 un discendente della famiglia Caetani, Gelasio, decise di risvegliare Ninfa e riportarla ai suoi antichi splendori. Con l’aiuto della madre, la contessa inglese  Ada Wilbraham, avviò un’imponente opera di bonifica  e restauro, ridisegnando il giardino cosi come è conosciuto ai nostri giorni. Di quel periodo sono infatti tutti i grandi alberi esistenti: Ada  iniziò a piantare diverse specie botaniche che portava dai suoi viaggi all’estero e che trovarono a Ninfa l’habitat ottimale, per via del clima molto umido, regalato dal fiume e dalla rupe di Norma che bloccava il passaggio delle nubi più basse provocando frequenti piogge.

Negli anni 30 è intervenuta nel giardino la moglie del Duca Roffredo, Margherita Chapin, la quale introdusse le essenze arboree più rare (rose, ciliegi da fiore e meli). Poi arrivò Lelia Caetani, che dal 1950 in poi, ridisegnò il giardino in funzione prettamente estetica: fece collocare numerose magnolie, un giardino roccioso e le Clematidi, rose rampicanti compatibili con la conservazione delle rovine.

Oggi l’oasi rappresenta un anello di congiunzione universale per la flora di tutto il mondo: ospita infatti innumerevoli piante che provengono dai cinque continenti e che a Ninfa hanno trovato l’equilibrio perfetto, un equilibrio che sembra persistere per pura magia. Camminando per i sentieri dell’oasi si incontrano un acero giapponese a foglia rosa, un noce americano,  un gruppo di yucca e diversi roseti; l’albero della nebbia, con i fiori simili a zucchero filato, ed un cedro sul cui tronco è poggiata una tillandsia, pianta senza radici che si nutre dell’umidità dell’aria; un pino dell’Himalaya e uno messicano, dei banani,  un’acacia dal Sud America, un boschetto di noccioli e uno di bambù provenienti dalla Cina. E ancora, una gunnera manicata, tipica degli ambienti fluviali brasiliani, dei papiri ed una casuarina tenuissima, proveniente dall’Australia.

Tip #1: Nel 2000 tutta l’area di Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico. Il Giardino è aperto al pubblico da Aprile a Ottobre ogni primo sabato e domenica del mese, la terza domenica di aprile, maggio e giugno e la prima domenica di novembre. Il biglietto singolo per adulti costa € 10,00 e la visita si svolge in gruppi di poche persone accompagnati da una guida.