Il mondo s´indigna

Creato il 10 agosto 2011 da Swelkor

Londra brucia. Da Nord a Sud, ma non solo. La rivolta sta iniziando a toccare le altre grandi città britanniche, come Liverpool e Manchester. Fonti ufficiali del Governo di Sua Maestà dichiarano che la situazione è sotto controllo, che non ci si deve preoccupare, che si tratta solo di violenza criminale indiscriminata e che la repressione sarà durissima.

Tutto questo ricorda, con le dovute distanze, il caso degli Indignados spagnoli, delle rivoluzioni greche, della Primavera Araba, che ancora infiamma il Nord Africa. Anche il Cile sta alzando la voce e la rivoluzione soffocata nel sangue dei giovani iraniani è ancora viva, anche se molto indebolita dal regime e dal silenzio degli organi di stampa internazionale. Senza dimenticare la grande rivoluzione politica islandese. Il mondo sta cambiando e bisogna saper prendere spunto da questi messaggi che ci arrivano, da questo fuoco che si alza. I politici devono essere in grado di sedare le rivolte, ma usando il dialogo, arrivando alla radice del problema: un sistema politico ed economico che non può continuare ad esistere.

E l’Italia che posto occupa in questa nuova pagina della Storia? Tra veline e bunga-bunga, tra reality e show parlamentari, tra manovre economiche e tagli a sanità e ricerca, cosa fanno gli italiani per cambiare le cose? Parlano, discutono, ironizzano, scrivono, si calpestano i piedi e si fanno prendere in giro da una classe politica arrogante, da una dirigenza del Paese in mano ad avvoltoi, mafiosi e parentocratici, quelli del “Tutto in tasca mia e dei miei cari”. Schiavi del motto “Tanto funziona così”, l’italiano sbeffeggia chi cerca di cambiare le cose, salvo lamentarsi a gran voce quando il problema inizia a colpire anche lui, sempre senza urlare troppo, si intende, perchè appena il tono raggiunge livelli troppo elevati, tira indietro la mano, si volta dall’altra parte e, sconsolato, sbuffa un laconico “Tanto funziona così”.

Con buona pace del mondo.

Flavio Coraglia


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